Cari melomani, oggi per la mia rubrica dedicata all’opera e alla storia, vi parlo nuovamente di un’opera poco conosciuta tra i neofiti, del compositore italiano Umberto Giordano (1867-1948). “La cena delle beffe” è andata in scena per la prima volta il 20 dicembre 1924 al Teatro alla Scala di Milano. Prima di proseguire vi lascio la trama!
Siamo nella Firenze di Lorenzo de’ Medici e Giannetto e Neri si contendono l’amore della bella Ginevra, il primo è debole e pauroso ma molto astuto, il secondo invece ha un carattere prepotente e violento, per riconciliare i due è stata organizzata una cena. Giannetto però non è incline al perdono e quindi convince Neri di essere ubriaco e lo spinge a gettarsi in una rissa, così l’uomo viene imprigionato. Nel secondo atto scopriamo che Giannetto è riuscito a giacere con Ginevra che si dimostra felice di cedere le sue grazie all’uomo, Neri irrompe nella stanza e fa una scenata di gelosia ma subito dopo viene trascinato nuovamente in prigione. Qui subisce numerose umiliazioni da tutti coloro che ha offeso, uomini e donne, ma Lisabetta, nonostante l’uomo l’abbia ingannata, prova pietà per lui e gli consiglia di dimostrarsi veramente pazzo in modo che lei possa chiedere che venga rilasciato e ottenerne la custodia.
Nel frattempo Giannetto si rende conto della sua orribile condotta e implora il perdono di Neri che però dovendosi fingere pazzo ignora il suo pentimento. A seguito di questo comportamento, nell’ultimo atto, Giannetto decide di vendicarsi. Infatti, quest’ultimo sfruttando la passione che nutre Gabriello, fratello di Neri, per Ginevra architetta la sua vendetta. Una notte, Neri convinto di cogliere in flagrante Giannetto e Ginevra si introduce nella camera da letto e pugnala a morte i due corpi che giacciono nel letto, però uno dei due si rivela essere il suo stesso fratello. Neri così impazzisce dal dolore.