È un piacere essere in compagnia di Marco Armiliato, direttore d’orchestra con alle spalle una carriera brillante e ricca di successi. Nome di riferimento nel panorama lirico internazionale, oggi ripercorreremo insieme le tappe che l’hanno portato a ricoprire la sua posizione di prestigio.
- Partiamo dall’inizio, come nasce il tuo amore per la musica classica?
In realtà non ha un vero inizio, da sempre l’ho amata; studiavo pianoforte e accompagnavo tutti, dagli strumenti alla voce e forse è proprio lì che è nata in me la voglia e l’amore di fare musica tutti insieme; quella voglia che poi mi ha portato a dirigere.
- In famiglia la musica era normalità, c’è mai stata rivalità tra te e Fabio (il fratello tenore)?
No, mai. Io e Fabio abbiamo avuto lo stesso imprinting musicale trasmessoci da nostro padre. È stato un percorso naturale, senza attriti, anzi collaborando uno con l’altro per la nostra crescita.
- In un momento così drammatico si è discusso molto sullo streaming e sulle registrazioni. Tu, avendo avuto anche un’incredibile attività discografica, cosa ne pensi delle diatribe che sono nate a riguardo?
Non sono un fan dello streaming. Il Direttore non vede direttamente il pubblico ma c’è una diversa atmosfera ed è meno gratificante ma per l’esigenza è chiaramente un ottimo strumento ed è bello per chi non si può recare fisicamente a teatro.