A farci compagnia in questo numero di OperaLife abbiamo un soprano dalla carriera estremamente fortunata. Ha avuto infatti la fortuna di aver cantato in giro per tutto il mondo, condividendo il palco con alcuni degli artisti più apprezzati degli ultimi decenni. È con noi il soprano Anastasia Bartoli.
Benvenuta Anastasia! Partiamo dalle origini: qual è la scintilla che ti ha fatto avvicinare al canto lirico?
Salve! Felicissima di fare due chiacchiere con voi! La scintilla è sempre stata con me! Sono nata in palcoscenico. Ho assorbito musica (e che musica!) fin da quando ero nella pancia di mia madre. Credo che i miei primi tentativi di comunicare siano stati canori e non verbali.
La musica conduce in dimensioni senza tempo. Come ti trovi tu come cantante nella vita di tutti i giorni, in un mondo che cambia così velocemente?
Il cambiamento è la base della vita e soprattutto di questo tipo di carriera, proprio perché la musica conduce in dimensioni senza tempo.
Com’è essere figlia d’arte? Quanto è difficile staccarsi ed avere una propria identità quando la propria madre si chiama Cecilia Gasdia?
Per me è un privilegio essere figlia d’arte! Ognuno ha naturalmente una sua propria identità, essere sua figlia non ha fatto altro che renderla ancora più forte e determinata.