Bentrovati cari lettori e lettrici di OperaLife. Oggi abbiamo il piacere di intervistare il baritono bulgaro Vladimir Stoyanov. La sua voce piena e i suoi toni caldi saranno probabilmente già noti a buona parte del nostro pubblico. Se così non fosse, per conoscerlo in breve è necessario sapere che è attivo da decenni nel mondo della lirica, vantando un repertorio principalmente ottocentesco, che verte intorno alle composizioni verdiane, delle quali è un interprete esemplare. Dopo una presentazione davvero essenziale, lasciamo subito spazio alle nostre domande!
Come al solito, la nostra curiosità nasce dagli esordi. Come si è avvicinato al canto e all’opera lirica?
Il mio primo approccio con il canto è avvenuto quando ero bambino. A quel tempo mi ero unito al coro di bambini della mia città natale in Bulgaria. Mia madre è stata l’iniziatrice di tutta la storia, mi racconta che fin dalla tenera età ho ballato e cantato ascoltando opere alla radio e alla tv. Contemporaneamente all’esperienza corale ho iniziato a coltivare lo studio del pianoforte e del solfeggio. Poi ho continuato e ho finito i miei studi all’Accademia di Musica di Sofia.
Ha più volte dichiarato un grande amore per la musica di Giuseppe Verdi: quali emozioni le provoca interpretare ruoli verdiani?
Per me nella musica di Verdi la voce baritonale trova la sua massima espressione. Il concetto verdiano di “discorso scenico” e di fraseggio implica una varietà di accenti, colori e intensità di vari stati d’animo. Stiamo parlando di un genio assoluto che ha rivoluzionato il mondo del melodramma e che meglio di chiunque altro ha saputo descrivere i sentimenti degli esseri umani attraverso la musica. Verdi, più di ogni altro compositore, sa cogliere le piccole e preziose emozioni che ti muovono. Cantare Verdi mi emoziona sempre, anche perché in tutti questi anni ho approfondito la mia conoscenza su di lui, come uomo. Ha avuto una vita tragica, segnata da lutti e sofferenze, ma questo non gli ha impedito di scrivere musiche meravigliose che ha lasciato a tutti noi come testimonianza del suo essere umano.