Ciao Vittorio, sei uno dei tenori più amati al mondo e la tua voce emozioni milioni di persone, ma dicci:

1. Qual è il tuo segreto?
Credo che il mio segreto sia divertirmi. Cerco sempre di spingermi al limite massimo dei linguaggi comunicativi per poter trasmettere emozioni; credo sia molto importante anche il body language (linguaggio del corpo) per poter rendere ancora più reale il mio personaggio. Questo linguaggio, che è più vicino al mondo del pop, credo sia una chiave per riuscire ad emozionare ancora di più il mio pubblico.

2. Ripercorriamo un po’ la tua carriera: quando nasce il tuo amore per l’Opera?
Il mio amore per l’Opera nasce sicuramente con mio padre che mi ha fatto crescere a “pane ed Opera”. Quindi l’Opera è stata una costante di quando ero bambino, ma poi a 4 anni scattò qualcosa in me quando ascoltai la voce di mio zio (che cantava con un’impostazione lirica). Ne rimasi affascinato, era come una magia, pensavo fosse come il potere di un supereroe e lì pensai che lo volevo anche io.

3. L’Opera è anche una scuola di vita: tu che cosa hai imparato?
Ho imparato dall’Opera che c’è sempre qualcosa che cambia in base alle nostre giornate, la voce ogni giorno è diversa; tutto cambia in base ai nostri sentimenti, addirittura sembra cambiare anche lo spartito sulla base delle emozioni della vita. Penso che il cambiamento di un’Opera sia proporzionato al cambiamento delle esperienze della vita.

4. Raccontaci del tuo debutto: sensazioni, emozioni, paure, …
Il mio debutto fu con Petite messe di Rossini. Fu un momento di pura contentezza perché al mio fianco che cantava c’era il mio Maestro, Danilo Rigosa. Sicuramente c’era tensione e paura ma quelle ci sono sempre; anzi credo che la paura sia buona perché sul palco non si deve dare nulla per scontato. La paura è ciò che ti fa fare meglio.

5. Sei stato definito dai giornali di tutto il mondo come uno dei tenori più grandi di questo secolo: come ti fa sentire la cosa?
Vecchio… (ride). No a parte gli scherzi, sono grato per questa riconoscenza. Penso che le circostanze della vita mi abbiano portato qui. Chissà quanti Vittorio in giro per il mondo ci sono, ma io credo solo di aver avuto la fortuna che tutti i pezzi della vita si siano incastrati nel momento giusto. Questo però non toglie che dietro tutto quello che in apparenza si vede c’è sempre tanto duro lavoro. Spero di poter mantenere questi riconoscimenti anche per le cose future!

6. Mi permetto di definirti artista. Cos’è per te un artista? E cosa vuol dire per te esserlo?
L’artista credo che sia colui che è fuori dagli schemi rimanendo negli schemi; è colui che utilizza la musica per creare qualcosa di suo.

7. Com’è cambiata negli anni la tua visione dell’Opera ed il tuo approccio ad essa?
Devo dire che la mia visione dell’Opera negli anni non è cambiata, è rimasta quella che ho sempre avuto. La mia visione dell’Opera è incentrata sui sentimenti: è poter parlare dei miei sentimenti attraverso la musica. Mi piacerebbe avvicinare ancor di più l’Opera a tutti, un po’ come ha fatto Pavarotti e anche Bocelli attraverso il pop ricordando la lirica. Credo sarebbe fantastico unire le due cose, lirica e pop utilizzandoli assieme. Sicuramente la mia visione della lirica è aperta, aperta al grande pubblico.

8. Chi è la tua o il tuo più grande sostenitore?
La mia più grande sostenitrice non è una persona fisica, ma penso sia la fede perché è colei che non ti abbandona mai e ti spinge sempre ad andare avanti. Cerchiamo sempre cose materiali ma alla fine abbiamo bisogno di qualcosa di più alto, qualcosa di spirituale.

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9. Come ti senti prima di una recita? Cosa fai solitamente prima di iniziare?
Sinceramente prima di una recita non faccio nulla di particolare. Mi vesto, vado verso il teatro, faccio quello che farei normalmente. Evito solo di mangiare cioccolato, ma non è una stranezza.

10. Che consigli puoi dare a tutti i giovani che vogliono intraprendere questa carriera?
Il consiglio che posso dare ai giovani è di capire che ci vuole tempo per il successo, che ti devi sudare tutto e non si ottiene tutto e subito. È una vita di sacrificio e solo se sei disposto a rinunciare a tutto o quasi puoi raggiungere il successo.

11. Hai dovuto rinunciare a molte cose per arrivare dove sei adesso? Rifaresti mai tutto da capo?

Non ho rinunciato a molto ma a tutto, la mia adolescenza, la mia vita privata, però sì, rifarei tutto da capo, sbagliando forse, ma per l’Opera sbaglierei ancora, ancora e ancora.

12. Qual è il personaggio del tuo repertorio che ti rispecchia di più?
Ci sono stati personaggi che mi rispecchiano perché ho sempre scelto personaggi vicini a me, ma solitamente mi concentro sul personaggio che devo interpretare, quindi in questo momento mi sento particolarmente vicino a Cavaradossi (Tosca). Poi, a dire il vero, ho aspettato 24 anni per poter cantare quest’opera che per me è un ricordo indelebile. Quest’opera mi riporta alla mente il mio piccolo pastorello immerso tra colossi come PavarottiOren e Kabaivanska. Che ricordi…

13. Prossimi appuntamenti?
Come prossimi impegni Tosca al MET, poi ho in programma un tour in Asia; 3 debutti futuri: CarmenFedora alla Scala e Un ballo in maschera. Due nuovi album: uno con Sony con arie veriste ed un altro molto particolare, unico, basato sulla frequenza dell’universo quindi 432 con le più belle arie d’Opera e successivamente portarlo in tour.

Ringraziamo di cuore il Maestro Vittorio Grigolo, il tenore delle emozioni che porta l’Opera nel mondo.
Grazie per il tuo tempo e toi toi toi per i tuoi prossimi impegni!

Martina Corona