A farci compagnia in questo numero di OperaLife abbiamo uno dei più promettenti direttori d’orchestra italiani, ovvero Vincenzo Milletarì. Nato a Taranto nel 1990, ha studiato al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano e si è diplomato alla Royal Danish Academy of Music a Copenhagen. Fra i suoi mentori spiccano Riccardo Muti e Pier Giorgio Morandi. Ha esordito nel 2017 e ha immediatamente riscosso enorme successo; è stato invitato da teatri d’opera e orchestre quali Royal Danish Opera, Royal Swedish Opera, Prague State Opera, Teatro Comunale di Bologna, Macerata Opera Festival, Orchestra Sinfonica di Milano, Filarmonica Toscanini a Parma, Nürnberger Symphoniker, Aalborg Symphony Orchestra, Bergen Philharmonic, Odense Symphony e Copenhagen Philharmonic.
Partiamo dalla domanda di rito che apre tutte le mie interviste, ovvero quella sulle origini. Qual è la scintilla che ti ha fatto avvicinare alla direzione d’orchestra?
Io vengo da una famiglia in cui non ci sono musicisti. Mio padre è un piccolo imprenditore, mia madre una pubblica impiegata e fino all’adolescenza ho desiderato che la mia vita fosse diretta verso le materie scientifiche. Ho fatto il liceo scientifico e il mio sogno era quello di fare l’ingegnere, di avere a che fare con le auto e con i motori. Ho scoperto la musica alle scuole medie ed al liceo, con un mio compagno di classe che, innamorato della chitarra, mi portava in un negozio di musica e di strumenti. Ho iniziato prima a studiare il sassofono, come passatempo e da lì, grazie ad un insegnante molto bravo, è nato il mio amore verso la musica. Dapprima verso il jazz sperimentale e, in seguito, anche per la musica contemporanea, e da lì sono andato a ritroso verso la musica classica e l’Opera.
Potresti spiegare ai nostri lettori più giovani, qual è stato il percorso di studi che ti ha portato a diventare un direttore d’orchestra?
Ho studiato prima il sassofono e poi il clarinetto, affiancati dallo studio della composizione che è stata secondo me l’educazione più importante che abbia ricevuto, e del pianoforte come strumento secondario. A fianco alla composizione ho aggiunto, dopo qualche anno, corsi in direzione d’orchestra perché col tempo avevo capito che era quello che volevo fare, il musicista che volevo essere, e da lì dopo il mio primo diploma di direzione d’orchestra in Italia qualche anno dopo il liceo. Ho preso il mio secondo diploma di specializzazione superiore all’Accademia Reale di Copenaghen ed è da lì che, piano piano, ho iniziato il mio percorso professionale.