Ben ritrovati, cari lettori di OperaLife, in compagnia di Teresa Iervolino. Abbiamo conosciuto questa cantante nel novembre 2018, quando la intervistammo in occasione della “Semiramide” al Teatro La Fenice, e ora, a distanza di più di tre anni, ci troviamo nuovamente in sua compagnia. Teresa Iervolino ha una voce di mezzosoprano, suona il pianoforte e ha studiato composizione: un’artista davvero eclettica!
Potresti ricordarci, in particolare per chi ti sta conoscendo ora, com’è nata la tua passione per la musica e per l’opera?
La mia passione per la musica e per l’opera è nata grazie a mio papà che mi faceva sperimentare ciò che mi piaceva. Iniziai con lo studio del pianoforte, a 14/15 anni iniziai a leggere un libretto d’opera e in seguito ascoltai una “Bohème” e me ne innamorai, come una scintilla.
I cantanti lirici hanno come strumento la propria vocalità: un dono naturale, che richiede però tanto esercizio. Ci puoi raccontare il processo di scoperta ed educazione della tua voce?
La voce è solo una parte nel processo, è più una scoperta e consapevolezza corporea, capire cosa accade al nostro interno, dai movimenti più naturali a quelli più meccanici.
Parlando di educazione vocale: quale importanza ha l’insegnante?
Io, all’inizio dei miei studi, ho lavorato molto con la mia natura, ma per diventare un professionista devi trovare insegnanti che guidino la tua natura aiutandoti ad apprendere cosa avviene; poi l’insegnante perfetto, secondo me, non esiste, c’è solo il giusto insegnante per ognuno di noi. A proposito di questo, a me è servita tantissimo la mia vicinanza ad una logopedista che mi ha mostrato tutte le parti del mio apparato, facendomi comprendere appieno il mio strumento.