IL BARITONO SIMONE PIAZZOLA RIPERCORRE LA SUA CARRIERA E CONSIGLIA I GIOVANI SUL MODO GIUSTO DI APPROCCIARSI ALL’OPERA

OperaLife è entusiasta di intervistare il Maestro Simone Piazzola, celebre baritono di fama internazionale.

1. Iniziando subito a parlare del tuo avvicinamento all’Opera, cosa ti ha portato a scegliere la strada del cantante lirico?

L’amore per l’opera lirica è nata quando ero molto piccolo, verso i tre anni circa. Ero un bambino molto vivace e, mentre mia madre mi teneva in braccio per calmarmi, per sbaglio, toccando il telecomando della televisione, capitai su un canale dove cantava il tenore Mario Del Monaco. Da quel momento rimasi incantato dalla sua voce e da quella musica meravigliosa che poi scoprì essere l’opera lirica. Diventato più grande decisi che quello doveva essere il mio lavoro.

2. Tu sei nato a Verona, città molto attiva dal punto di vista operistico. Nascere qui ti ha aiutato ad avere degli “sbocchi” particolari?

Verona è una città che ho nel cuore e qui, per un giovane cantante alle prime armi, c’è la possibilità di fare piccole esperienze in concerti. Io ringrazio molto la mia città che, nel periodo della mia gavetta, mi ha dato la possibilità di partecipare a questi eventi. Così facendo ho cominciato ad abituarmi ad esibirmi davanti ad un pubblico. Ricordo e ringrazio con gioia gli amici Tupini e Ortolani per aver creduto nelle mie capacità.

3. Qual è l’esperienza della tua carriera che porterai sempre nel cuore e che ti ha formato maggiormente?

Non esiste una sola esperienza che mi ha formato, perché imparo qualcosa di nuovo tutte le volte che lavoro con un direttore d’orchestra, un regista e metto piede sul palcoscenico. In questo mestiere non si finisce mai di imparare e quindi bisogna fare tesoro di ogni momento.

4. Tu hai vinto numerosi concorsi. Credi che per chi inizia una carriera siano utili? Per te lo sono stati?

A mio avviso i concorsi aiutano moltissimo, perché ti fanno conoscere e ti danno la possibilità di dimostrare quello sai fare. Allo stesso tempo dimostri a te stesso se il percorso che hai fatto fin a quel momento è la strada giusta per creare una carriera.

5. Qual è l’Opera che ami di più interpretare e perché? Trovi che il carattere del personaggio somigli al tuo?

Io ho cantato più di 150 recite di Traviata e al ruolo di Giorgio Germont devo tantissimo, perché grazie a questo personaggio sono riuscito a farmi conoscere nel mondo, ma il ruolo che sento più mio sotto l’aspetto vocale e del personaggio è Simon Boccanegra. Molte cose in lui le sento mie. Simon Boccanegra è un personaggio molto complesso psicologicamente, un ruolo che non si finisce mai di scoprire e questo mi affascina incredibilmente.

6. Qual è, invece, l’opera che ami di più non adatta alla tua vocalità e perché?

Un ruolo che amo molto è Scarpia, magari…. verso i 70… A parte gli scherzi, è un personaggio che probabilmente non canterò mai, ma ogni volta che lo ascolto mi affascina da impazzire.

7. Se avessi dovuto scegliere un altro lavoro, cosa avresti fatto? Il calciatore, forse?

Da piccolo dicevo sempre “se non riuscirò a cantare farò il camionista” e probabilmente, se non fossi riuscito nel canto, sarebbe stato proprio quello il mio lavoro.

8. L’amore per l’opera ti ha regalato anche un’altra grande gioia: la tua compagna. Com’è condividere lo stesso stile di vita?

Conoscere mia moglie è stata la cosa più bella che potesse capitare nella mia vita e lei mi ha regalato il più grande successo, mio figlio Diego. Jessica è l’unica persona che riesce a tranquillizzarmi e a farmi stare sereno e la cosa bella è che, quando stiamo insieme, non esiste più canto, il lavoro, esistiamo solo noi tre.

9. Al momento stai interpretando numerosi ruoli: Bohème, Traviata e Un ballo in maschera… data la tua esperienza, cosa consiglieresti ai giovani che si avvicinano all’Opera per passione e a chi, invece, la sceglie per farne una carriera?

La prima cosa che consiglio a chi vuole diventare un cantante lirico è ricercare un’ottima insegnante di canto. Io grazie alla mia maestra, il soprano Alda Borelli Morgan, sono diventato il cantante di oggi, i suoi insegnamenti tecnici e di vita sono stati importanti per il mio sviluppo artistico. L’importante nella vita è che chi ha una passione e/o un sogno continui a rincorrerlo, perché nella vita il volere è potere.

10. Quali sono i “numeri necessari”, secondo te, per riuscire in questa professione?

Per riuscire in questa carriera oltre alla materia prima cioè la voce, ci vuole molta molta intelligenza. Io ho capito una cosa importante, si impara da tutto e da tutti. Un altro ingrediente fondamentale è l’umiltà, perché ti rende consapevole dei tuoi limiti e del fatto che non si finisce mai di rincorrere l’irraggiungibile cioè la perfezione. Secondo me è questo il modo per continuare a migliorare.

11. Quali sono i tuoi prossimi impegni e dove?

Finito la produzione di Traviata all’Opera Bastille di Parigi con Sonya Yoncheva ed il Maestro Mariotti, partirò subito per Berlino per il Trovatore insieme ad Anna Netrebko e al maestro Baremboim. Dopo mi aspettano la Bohème con il Maestro Noseda a Savonlinna, il grande giorno – il 18 agosto mi sposo con Jessica – e poi tanti altri appuntamenti che per scaramanzia vi dirò più avanti.

Ringraziamo calorosamente Simone per l’intervista ad OperaLife e gli facciamo un grosso in bocca al lupo per le sue prossime recite. Oltre alle vivissime congratulazioni per il matrimonio!

Toi toi toi! A prestissimo,

OperaLife