A chiacchierare con la famiglia di OperaLife abbiamo un importante cantante della scena mondiale. La sua voce calda e al contempo agile ha esplorato un repertorio vastissimo: da Mozart a Puccini, senza tralasciare Belcanto e Opera francese. Risponde oggi alle nostre domande il tenore russo Sergey Romanovsky!
1. Come nostro solito, la prima grande curiosità riguarda i tuoi esordi: come è iniziata la tua passione per l’opera?
La città dove sono nato, nel Caucaso settentrionale, è molto piccola ma abbiamo la fortuna di avere una Scuola di Musica ed una Casa della Cultura molto attive. Fin da bambino, ho studiato violino nella scuola musicale e, contemporaneamente, andavo nella Casa della Cultura a cantare canzoni popolari russe. Ascoltavo spesso Robertino Loreti, un cantante italiano molto famoso in Russia: senza capire le parole cantavo “Torna a Sorrento”, “Giamaica”, “Ave Maria”, “Un bacio piccolissimo”… avevo 9 anni!
Finita la scuola di musica, avrei tanto voluto continuare lo studio del violino al liceo musicale ma, negli anni ’90, la situazione economica in Russia era molto difficile e la mia famiglia non aveva la possibilità di acquistare un buon strumento: tramontò cosi il mio progetto di diventare violinista. Ma, avevo la voce! Su consiglio di un’amica di mia madre, feci un’audizione con Olga Mironova, professoressa di canto lirico, la quale riconobbe in me la voce del tenore (a quel tempo ero completamente inconsapevole dell’esistenza di questo tipo di voce!) e mi accolse nella sua classe del liceo musicale. Allora il canto era per me un hobby in quanto ero completamente affascinato dalla breakdance. Tutto cambiò con l’ascolto di un disco del tenore russo Sergey Lemeshev e, soprattutto, con l’ascolto della voce di Beniamino Gigli: fu una folgorazione! La voce di Gigli ha risuonato nella mia testa per molto, molto tempo.