Siamo felici ed entusiasti di intervistare oggi, per gli amici lettori di OperaLife, il soprano Selene Zanetti. Allieva del celeberrimo soprano Raina Kabaivanska, dopo gli anni della formazione inizia la sua carriera presso il Bayerische Staatsoper come membro dell’operastudio, prima e dell’ensemble, poi, godendo appieno della possibilità di lavorare con i migliori musicisti del panorama mondiale attuale. Il suo repertorio vanta opere di Mozart, Verdi, Puccini, Wagner, Smetana fino ad arrivare a compositori più contemporanei come Menotti. Ha calcato i palcoscenici più celebri tra cui il Teatro la Fenice di Venezia, il Teatro San Carlo di Napoli, il Teatro Massimo di Palermo, l’Opera Garnier di Parigi, il Bayerische Staatsoper ed altri.

 

Partiamo dall’inizio. Ci puoi spiegare qual è stata la scintilla che ha acceso il tuo interesse per la musica e successivamente la passione per il canto? 

Ho iniziato a studiare musica fin da piccolina. Mi piace dire di essere “nata come pianista” proprio perché il mio primo mezzo di comunicazione musicale è stato, appunto, un pianoforte. In casa, da che ho memoria, c’è sempre stata musica: mio papà è un grande appassionato di sinfonica e mia mamma racconta sempre di come il destino stesse già mostrando la trama del suo ordito portandola con un’insolita frequenza all’Arena di Verona nell’estate prima della mia nascita. E questo famoso Destino ci ha messo una quindicina di anni a rivelarsi sfacciatamente quando una domenica come tante mi sono inventata di eseguire una acrobazia in cucina. Ovviamente sono caduta rovinosamente. Diagnosi: frattura scomposta dell’omero sinistro. La prognosi non era delle migliori data la preoccupazione per l’ipotesi di aver lesionato il nervo ulnare causando la paralisi di mezza mano. Dopo vari accertamenti, i medici mi rassicurarono sul fatto che un’adeguata riabilitazione avrebbe potuto sistemare le cose quasi perfettamente. Intanto io, per non perdere la lettura della musica, iniziai a fare quelli che si chiamano “solfeggi cantati” e così scoccò il colpo di fulmine.

 

Ci puoi raccontare il primo debutto? Quali sono state le tue emozioni? 

Il mio primissimo debutto su un palcoscenico è stato con Suor Angelica di G. Puccini. Interpretavo la protagonista ed ero assolutamente inesperta. Il teatro era un tipico teatro barocco di piccola provincia con un’acustica terribilmente secca. Ricordo che il primo giorno di prove sul palco, non sentendo il “ritorno” del mio suono, forzai tantissimo la voce e rimasi completamente afona! Riacquistai la voce giusto in tempo per la recita e imparai una grandissima lezione: mai fare totale affidamento sull’acustica di un teatro, ma imparare ad ascoltarsi “da dentro”.

 

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