Siamo contenti di poter intervistare Saimir Pirgu, tenore di fama internazionale che ha all’attivo una carriera costellata di incredibili successi.
1) Partiamo dagli albori: come e quando si è avvicinato allo studio della Musica? Quando è arrivato l’amore per l’Opera?
Quella per la musica è nel mio caso una passione innata. Sin da piccolissimo ho sempre amato accostarmi al mondo dell’arte e della musica in generale cantando, suonando ed esibendomi di fronte a piccoli pubblici di amici e conoscenti. In prima elementare, poi, il sistema comunista albanese, vista la mia inclinazione musicale, mi impose lo studio del violino che proseguii per molti anni e che contribuì a rafforzare la mia preparazione musicale. Mi diplomai, ma non smisi mai di cantare. La grande svolta avvenne però alle scuole medie: avevo 13-14 anni quando vidi in tv il famoso concerto dei Tre Tenori da Caracalla. Fu una folgorazione, ne rimasi affascinato, registrai quel concerto per riascoltarlo infinite volte. Da quel momento decisi che il canto e l’Opera lirica sarebbero diventati la mia vita, e così è stato.
2) Ha un ruolo che spera di poter aggiungere al suo repertorio in un prossimo futuro? Quale ruolo invece porta nel cuore e prevale rispetto a tutti gli altri eseguiti?
Negli ultimi anni lo sviluppo naturale della mia voce mi ha portato verso una fase di transizione che ha visto, e che sta vedendo tutt’ora, nuovi titoli entrare nel mio repertorio come Bohème, Simon Boccanegra, Un Ballo in Maschera oltre che titoli del repertorio francese che amo particolarmente e che mi stanno regalando gli ultimi successi come Werther, Faust, Carmen, Roméo et Juliette, La Damnation de Faust.
Il ruolo che tengo più a cuore è però quello del Duca di Mantova in Rigoletto, un ruolo in cui ho investito tanto e che mi dato tanto. Grandi soddisfazioni ultimamente mi stanno dando anche i ruoli di Riccardo in Un Ballo in Maschera e Don José in Carmen, ma credo sia ancora presto per dire se potranno un giorno avvicinarsi al Rigoletto.