Lettori di OperaLife, oggi siamo felici di poter intervistare Sabrina Brazzo, prima ballerina del Teatro alla Scala dal 2001. Veneziana d’origine, ha calcato i maggiori palcoscenici del mondo, ottenendo successo dal Marijnskj di San Pietroburgo fino al Teatro Municipal di Rio de Janeiro. Oggi, insieme al marito Andrea Volpintesta, è alle redini della compagnia JAS Art Ballet, residente al Teatro Carcano di Milano.

 

  1. Sabrina, quando hai capito che la danza faceva parte di te?

La passione per la danza l’ho avuta sin da piccolina, avevo già delle doti innate come la flessibilità e anche l’armonia nel muovermi, cose che sono state sempre presenti in me.

Ma l’ho capito veramente solo una volta giunta nella Scuola di Ballo al Teatro alla Scala … ci credevo sempre più, la consapevolezza aumentava ed è lì che ho veramente capito che sarei potuta diventare una ballerina.

 

  1. Quali ricordi hai mantenuto della tua formazione?

Il ricordo che ancora oggi è presente in me è la grande disciplina che mi ha dato la scuola di ballo ed in particolare la direttrice di allora Sig.ra Anna Maria Prina, una direttrice molto rigida, severa ed esigente, cose che servono in una professione come la danza e che continuano a guidarmi nel mio quotidiano.

Un altro ricordo è quello tra il settimo e ottavo corso, quando mi facevo portare da Parigi di nascosto dei filmati di riprese di prove di una giovanissima Silvye Guillem di cui ero già grande fan.

 

  1. Hai affrontato pressoché tutto il repertorio. C’è un ruolo che ti è rimasto nel cuore?

Ce ne sono tantissimi eh…(sospira), perché il mio repertorio è tanto, posso veramente dire di aver fatto tutto quello che una ballerina può sognare di poter fare, di classici direi Lo Schiaccianoci, il ruolo di Clara con la sua evoluzione e maturazione in scena e poi le coreografie di Rudolf Nureyev che amo e a cui sono molto affezionata… ma la mia vera passione è il ruolo di Aurora ne La Bella Addormentata nel Bosco, sempre di Nureyev.

 

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