Cari lettori, siamo felici oggi di intervistare Sabrina Bosco. Danzatrice, coreografa e grande maître de ballet, ha lavorato per grandi compagnie di danza. Formatasi presso il Teatro Nuovo di Torino, inizia la sua carriera nel balletto della Deutsche Oper am Rhein di Düsseldorf stabilendosi poi all’Opera di Vienna. Successivamente verrà invitata da Carla Fracci e Beppe Menegatti all’Opera di Roma. Oggi è maître all’Opera di Varna, nonché coreografa di respiro internazionale: di recente, infatti, ha partecipato con due suoi danzatori all’International Ballet Festival di Miami, ed è stata insignita del Premio Capri 2023 alla carriera.

 

Cara Sabrina, grazie per essere qui. Partiamo dagli inizi: come ti sei appassionata alla danza? 

In modo molto semplice, ho assistito ad un saggio di una mia compagna di scuola e ne sono rimasta affascinata. Ho capito subito che quello era il mondo in cui volevo vivere e a cui appartenere.

C’è stato un incontro molto fortunato nella tua vita, quello col grande Paolo Bortoluzzi. Me ne parli?

Paolo Bortoluzzi è un grande artista, ballerino, ma soprattutto una bellissima persona. Mi ha offerto una chance nella Deutsche Oper am Rhein e mi ha fatto scoprire un nuovo mondo, l’estero! Ero giovane, inesperta, avevo tutto da imparare, ma l’atmosfera serena e altamente professionale della sua compagnia è ancora oggi per me un modello.

Quanto ti ha accresciuto professionalmente l’esperienza a Vienna?

Vienna, la romantica Vienna… un sogno. Entri in quel magnifico teatro e tutto diventa favola! Tanti grandi artisti ti stanno accanto, si susseguono e collaborano con te. Maestri e coreografi internazionali di grande fama da cui imparare, attingere, assorbire storia ed esperienza. Lavoro duro, tanta disciplina e competizione, ma sicuramente la crescita artistica è stata notevole.

 

LEGGI TUTTO L’ARTICOLO SUL MAGAZINE