Cari amici di OperaLife, quest’oggi siamo onorati di intervistare per voi il tenore Riccardo Rados. L’artista, in seguito al suo debutto in “Tosca” in giovane età presso alcuni teatri all’estero, inizia ad interpretare i più svariati ruoli anche in importanti teatri italiani. Da qui in poi, inizia a raggiungere molti traguardi tra i quali, il più recente, in Arena per il 99° Opera Festival 2022 come Messaggero in “Aida”, Ismaele in “Nabucco” e Pang in “Turandot”.
Benvenuto Riccardo! Partiamo dall’ultimo tuo impegno all’Arena di Verona. Ti abbiamo ascoltato (bravissimo!) nelle tre produzioni. Cosa si prova a cantare in un palcoscenico così grande e qual è l’emozione di fronte ad un pubblico così gremito?
Un’emozione enorme, non avevo mai visto l’Arena a piena capienza e fa tremare le ginocchia. È inebriante l’energia che emana il pubblico. Poi l’onore di avere di fronte una grande orchestra e direttori che ci invidia tutto il mondo assicura un’esperienza indimenticabile sia dal punto di vista artistico che da quello umano.
Dando uno sguardo al tuo percorso: cosa ti ha avvicinato all’opera lirica e alla passione per il canto?
Un CD di Mario Del Monaco in “Pagliacci” di Leoncavallo. Lo ascolto ancora ed è come la prima volta. Da bambino era l’unica cosa che potesse tenermi fermo per più di 5 minuti.