Cari lettori di OperaLife, siamo felici ed entusiasti di intervistare Raffaella Lupinacci, una tra le voci liriche italiane attualmente più interessanti grazie alla mirabile tecnica e precisione con cui governa la sua intensa voce di mezzosoprano, corposa quanto abile nel risolvere con destrezza le agilità del repertorio rossiniano, belliniano e donizettiano. Una cantante dall’elegante carisma, che affronta con grinta la propria professione.

Una Laurea in Lingue e un diploma in canto lirico al Conservatorio di Cosenza. Cosa ti ha spinto a scegliere la musica e qual è stata la scintilla che fin dall’inizio ha acceso in te la passione per il canto?

Devo dire grazie alla sensibilità della mia famiglia verso la musica. All’età di sei anni ho iniziato a studiare pianoforte e poi, come spesso accade nelle piccole città, ho fatto parte del coro polifonico di Acri. Ho incominciato a scoprire il magico mondo dell’opera dopo essere entrata in Conservatorio nella classe di canto lirico, all’età di quindici anni. Frequentavo, parallelamente al Conservatorio, il Liceo Classico e alla fine del Liceo ho scelto di completare il mio percorso di studi iscrivendomi alla Facoltà di Lingue e Letterature straniere senza però trascurare lo studio del canto che era – ed è – il vero motore della mia vita.
La scintilla fatale? L’ascolto della voce di Maria Callas: una rivelazione che si è rafforzata anche grazie al fascino magnetico di questa donna e artista straordinaria.

Rossini ha una posizione molto importante nella tua carriera. Qual è il tuo rapporto con il compositore pesarese e quale connessione senti con i suoi personaggi?

Io sono particolarmente legata a Rossini, a Rossini devo l’inizio della mia carriera. Nel 2012 sono stata scelta dal Maestro Alberto Zedda – figura fondamentale per la mia crescita artistica – come allieva dell’Accademia Rossiniana, qui il mio debutto nel ruolo di Melibea ne “Il Viaggio a Reims” sul palcoscenico del Rossini Opera Festival. Cantare Rossini è una scuola straordinaria: sono richiesti un attento controllo tecnico ed una grande flessibilità all’interno di un certo rigore ritmico.

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