Cari lettori di OperaLife è con immenso piacere che oggi incontriamo Raffaele Paganini. Primo ballerino étoile del Teatro dell’Opera di Roma, si considera lui stesso un ballerino di medio-carattere. Dotato, viene notato giovanissimo già da Roland Petit e da Carla Fracci che lo volle come partner nella sua Mirandolina. Tra una carriera intraprendente nei più grandi teatri al fianco di star d’eccezione, chiamato inoltre da Peter Schaufuss al London Festival Ballet come Senior Principal, diviene un volto noto televisivo prendendo parte a sfavillanti show come Fantastico.

 

  • Paganini, lei è ‘Figlio d’Arte’, ma cosa sognava da piccolo?

Ho iniziato a studiare danza tardissimo, avevo 14 anni. Già quattro anni dopo ero nel corpo di ballo del Teatro dell’Opera di Roma. Mio padre era un danzatore di corpo di ballo e durante una tournée operistica in Sardegna conobbe mia madre, cantante lirica. Lui vedeva in me delle doti, ma io da piccolo non volevo proprio fare danza. Sognavo di fare lo steward in divisa, volare nel mondo, studiare le lingue. Poi il M° Walter Zappolini indisse un concorso maschile per la Scuola di Ballo dell’Opera di Roma e mio padre mi mandò, anzi mi trascinò. Ero disperato, la danza non mi interessava. Finii in corso fra gli altri con Mauro Bigonzetti e Mario Marozzi. Poi fui invitato insieme agli altri allievi ad assistere al filage del saggio della Scuola: rimasi folgorato dal grande numero di ragazze, e lì sono rimasto!

 

  • Quanta rilevanza ha avuto la figura di Nureyev per la sua carriera?

Rudolf venne all’Opera di Roma per fare il Marco Spada di Pierre Lacotte. Entrambi attraverso una lezione-audizione avrebbero scelto il sostituto per il secondo cast quando Nureyev sarebbe stato impegnato a Parigi. Fui scelto io e così mi ritrovavo sostituto di Rudy, avevo 22 anni. Quando poi andavo a Londra e lui era già direttore all’Opera di Parigi spesso vivevo nella sua casa londinese. Mi chiamava Raffaelino.

 

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