Siamo felici di incontrare nuovamente il Maestro Paolo Gavazzeni, direttore artistico di Classica HD e dal 2012 al 2016 direttore artistico presso la Fondazione Arena di Verona. Regista e molto altro, oggi con questo grande uomo di teatro abbiamo affrontati anche temi molto attuali.

1. Partiamo dalle origini: come nasce il tuo amore per l’Opera e il teatro?

La mia famiglia è stata una famiglia d’arte, mio nonno infatti era un direttore d’orchestra quindi ero abituato ad ascoltare musica. A sei anni mi innamorai della musica classica e da lì iniziai ad intraprendere lo studio del pianoforte. Dopo i dieci anni la mia famiglia cominciò a portarmi a teatro per vedere l’opera ma il mio innamoramento fu casuale; grazie ad una registrazione Bohème diretta da von Karajan: avevo 14 anni e ricordo che in quel momento finì davvero folgorato da “O Soave Fanciulla” (duetto tra Mimì e Rodolfo nel 1 atto). Subito nacque in me la curiosità di sapere di più e andai a leggere il libretto. Da lì l’amore crebbe opera dopo opera.

2. Raccontaci della tua esperienza di direttore da Tele+3 Classica nel 2000 a Classica HD e come è cambiato oggi il mondo classico sul grande schermo?

Da tele +3 Classica (dal 1996 al 2000) a Classica HD ho avuto una pausa di 17 anni.
Ricordo che quando iniziai nel 1996 c’era molta diffidenza nell’ascoltare la musica in TV perché vigeva il pregiudizio che si perdeva molto dello spettacolo. Dobbiamo pensare che all’epoca c’erano molti pochi video quindi questa impresa non era vista di buon occhio; ovviamente le cose oggi sono cambiate è la normalità vedere video e rappresentazioni sul grande schermo su YouTube. Oggi è più facile grazie ai mezzi di comunicazione, alla confidenza e naturalezza che abbiamo con il mondo tecnologico. Credo che le cose siano identiche, siamo noi che cambiamo ed è cambiato di conseguenza l’approccio al mondo attorno a noi.

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