Oggi abbiamo il grande piacere di intervistare il tenore Paolo Fanale, artista italiano che calca i palchi più importanti del mondo come il Royal Opera House, dove lo troviamo impegnato proprio in questo periodo.

1. Ripercorriamo un po’ la tua carriera: quando nasce il tuo amore per l’Opera?
Il mio amore per la lirica nasce da piccolino, da quando studiavo pianoforte nel Conservatorio Vincenzo Bellini di Palermo. Durante le lezioni ascoltavo questi cantanti nelle altre aule e più passava il tempo, più mi incuriosivano, così un giorno decisi che era giunto il momento di intraprendere gli studi. Mi rivolsi al mio insegnante di solfeggio che, casualmente, dirigeva un coro di aspiranti professionisti. Ho iniziato, quindi, cantando nel coro e poi dopo qualche mese lui stesso mi chiese di diventare il solista. Da qui è nata la mia grande passione.
Che poi, in realtà, io ho sempre cantato da solista, perché da piccolo mi affacciavo al mio balcone di casa a Palermo e come un pazzo cantavo a squarciagola… [Ride] sai com’è, l’istinto siciliano di comunicare con la voce.

2. Come hai iniziato a cantare e quando?
Non c’è mai stata una data di inizio perché io personalmente ho studiato poco. Ero più curioso che altro, quindi quando incontravo i cantanti, durante i viaggi o al conservatorio, non chiedevo quasi niente di tecnica ma più di sensazioni. Per esempio, se la mia sensazione nel prendere un acuto o nel girare un suono fosse quella giusta, perché di tecnica sì si può dire qualcosa, si può far percepire nella maniera esatta, però noi alla fine viviamo di sensazioni e quindi si può dire che ho iniziato a cantare da quando sono nato [ride], perché per me cantare è una cosa molto naturale.

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