Siamo felici di intervistare per voi, amici e amiche di OperaLife, il soprano Olga Peretyatko. Il podio conquistato al Concorso Operalia del 2007 le ha permesso di debuttare a livello internazionale, rendendola uno dei soprani più richiesti e scritturati al mondo. Da allora è ospite regolare dei più importanti teatri d’opera e sale da concerto del mondo.
- Ripercorriamo dagli inizi la tua carriera: quando nasce il tuo amore per l’Opera e come ti sei approcciata allo studio del canto lirico?
Tutto è nato al teatro Mariinskij di San Pietroburgo, dove mio padre tutt’oggi canta all’interno del coro.
Ero sempre dietro le quinte. Mi piaceva da matti tutto del palcoscenico, questa vita per me così reale, questo profumo polveroso della scenografia teatrale. Dico sempre che sono stata avvelenata con il teatro e non esiste l’antidoto.
Ho cantato nei diversi cori di San Pietroburgo, nel coro di voci bianche del teatro e il mio primo diploma è stato da maestra del coro. La musica è stata sempre presente nella mia vita.
Così, andando avanti, ho capito che la mia voce era adatta per fare la solista.
- Raccontaci del tuo primo debutto: sensazioni, emozioni e paure.
Ho cominciato a cercare la mia insegnante di canto e prima di trovarla sono stata da alcuni che, per esempio, hanno notato il colore quasi da contralto nella mia voce, visto che nel coro ho cantato come “alto secondo”. Non avevo niente contro questa idea, perché mi sarebbe piaciuto e mi piacerebbe tutt’ora cantare i ruoli delle donne forti, come Carmen, Amneris, Ljubasha.
Poi, dopo aver scoperto di essere un soprano, addirittura soprano molto leggero, ho dovuto cambiare il modo di pensare me stessa.
Ho pensato che la mia voce fosse adatta a Händel, Mozart, Bach, e così ho deciso di lasciare la mia città e andare in Germania, per l’esattezza a Berlino, per continuare lo studio da cantante lirica. Devo dire che ho capito presto che dovevo essere molto attiva nello studio e nella ricerca di prime esperienze sul palcoscenico, dovevo capire come funzionava il teatro, così sono diventata parte dello Opernstudio della Staatsoper ad Amburgo ed ho cominciato a fare le prime competizioni d’opera, fra cui Operalia.
Il mio debutto operistico è stato nei panni della “Regina della Notte” al conservatorio e nell’opera di Händel “Ottone”, dove cantavo il ruolo di Teofanu. Era un programma per i giovani cantanti a Rheinsberg in Germania e il regista era Harry Kupfer, dunque posso dire di aver avuto la fortuna di lavorare sempre con i grandi fin dall’inizio.
- Operalia: una delle più importanti competizioni al mondo voluta e fondata da Placido Domingo. Come hai vissuto quel momento? Cosa ha rappresentato per te essere nel podio di questo concorso?
Avevo tanto coraggio e una forte volontà di farmi conoscere dal mondo. L’esperienza di questo concorso è stata molto intensa, considerando anche che ho dovuto viaggiare tra Berlino (dove ero la ragazza fiore nel Parsifal sotto la direzione di Barenboim) e Parigi, dove cantavo per Operalia.
In quel periodo facevo avanti e indietro: recita a Berlino – treno di notte per Parigi, a volte senza sonno – 1 round di Operalia, treno di notte per Berlino – recita alla Staatsoper, treno di notte per Parigi – semifinale – treno – recita – treno – e finalmente GRAN FINALONE, dove ho vinto il secondo premio. Devo dire che con questi ritmi puoi sopravvivere, soltanto, quando hai 25-27 anni. E pensa che subito dopo sono andata a Pesaro per cantare Desdemona. Se ci penso adesso non riesco a capire da dove ho preso tutto questo coraggio e questa forza. Ma, guarda caso, così sono stati anche i miei 12 anni successivi, nei quali ho viaggiato da teatro a teatro, considerando due valigie come la propria casa. E questa vita da zingara mi piaceva tanto. Ho dovuto sacrificare tanto però, ma tanto. Però per me non esistevano altre scelte.
Non posso dire però che Operalia mi ha dato tanto lavoro, in compenso ho vinto tanti soldi e ho potuto viaggiare senza tanti pensieri e partecipare a tantissime audizioni.