Bentrovati amici di OperaLife, quest’oggi avremo il privilegio di intervistare il giovane soprano cubano-americano Monica Conesa. Il suo debutto è avvenuto a soli 26 anni, come primo debutto in assoluto, nel ruolo protagonista di “Aida” all’Arena di Verona. Monica è stata diretta dal Maestro Marco Armiliato nella famosa e storica produzione di Franco Zeffirelli, iniziando così la sua ascesa al successo!
Successivamente è stata richiesta per chiudere la stessa stagione Areniana 2022, questa volta con la direzione del maestro Daniel Oren. Nell’Ottobre 2022 ha debuttato con grande successo il ruolo de “La Gioconda” al Teatro Filarmonico di Verona. Andiamo quindi a conoscere questa talentuosissima artista!
Benvenuta! Partiamo dalle origini: com’è iniziata la tua passione alla musica?
Sono cresciuta in una famiglia animata dall’amore per la musica. Ho apprezzato il modo in cui la musica ha decorato ogni momento della mia vita e tutti i miei ricordi. Da bambina, sono stata portata a concerti e opere di musica da camera e mi sono innamorata del potere del racconto attraverso la musica e della sua capacità di portarci in un altro tempo e in un altro luogo.
È sempre stato il tuo sogno fare la cantante o avevi altre aspirazioni inizialmente?
Cantare è stato l’unico scopo della mia vita da quando ho memoria. Dio ha messo un seme per cantare nel mio cuore e molto presto nella mia vita, ho scelto di nutrirlo e lasciarlo crescere. È la mia più grande vocazione.
Il primo debutto è fondamentale e rimane indelebile nel cuore: com’è stato il tuo? Eri emozionata?
Debuttare come Aida all’Arena di Verona è stata l’esperienza più incredibile e gratificante che mi sia capitata. Non avrei mai immaginato che a 26 anni avrei avuto l’opportunità di interpretare il ruolo della protagonista nell’Arena e che fosse il mio debutto assoluto. Tutto questo è incredibilmente gratificante e ha segnato il mio cuore per sempre. Non dimenticherò mai le stelle sul soffitto dell’Arena e il calore e la passione del pubblico quella sera. Ho vissuto l’intero momento con eccitazione e un grande senso di onore e responsabilità che richiedeva che tutto il mio essere, la mia mente e la mia concentrazione fossero completamente presenti e impegnati. Conserverò per sempre tutto questo come uno dei più grandi doni della mia vita.