L’amico e giovane artista Misha Sheshaberidze, 33 anni, georgiano, riesce a far squillare la sua voce da tenore con molta sicurezza e carisma. Il talento, la passione e lo studio costantemente combinati iniziano a dare i loro frutti. La semplicità e la gentilezza lo rendono una persona squisita, con cui è sempre un piacere scambiare molto più di due parole. Ecco qua le sue:

1. In che occasione ti sei avvicinato al canto? E come sei giunto alla lirica?
“I canti popolari georgiani sono a 3 voci e si cantano in qualsiasi occasione: durante le feste o in casa durante le faccende domestiche. Le cantavo anch’io, ed è stato così che mi sono avvicinato al canto, non lirico, anche se già da piccolo avevo una voce forte e squillante. A 12-13 anni entrai in un coro dove cantavamo queste canzoni. Il Maestro mi fece cantare pure “Ave Maria” di Schubert e disse ai miei genitori che avevo una buona voce per la lirica. Non la presero sul serio: mio padre insegnava filologia e mia mamma era farmacista. Finita la scuola studiai anch’io alla facoltà di filologia. Il Direttore del conservatorio, prima di diventare cantante, si era laureato in filologia. Così mio papà e questo Maestro avevano molti amici in comune. Infatti una sera mio papà parlando con un suo amico gli disse che ero portato per la lirica, e questo suo amico disse che conosceva il Direttore del conservatorio, così i miei mi portarono da lui per un parere. Da lì è iniziato tutto. Ho studiato al Conservatorio per 5 anni poi andai a Barcellona a partecipare al concorso di Vignales. Come presidente della giuria c’era li Signora Iella Cuberli. Mi chiamò e mi disse che se fossi venuto in Italia, lei, mi avrebbe dato una mano ed insegnato gratis. Così è stato.”

2. Chi ti ha sostenuto e ti ha motivato durante i tuoi studi?
“la mia famiglia per prima, quando venne a mancare mio padre mia mamma mi sostenne ancor di più. La Signora Cuberli ebbe dei problemi di salute, così una mia amica mi portò dalla sua insegnante: Gianfranca Ostini (con cui studio tutt’ora). Lei per me fu una rivela rivelazione: mi ha insegnato tutto quello che poteva, mi ha spronato, sostenuto e m’ha pure regalato delle lezioni.”

received 14521346148255433. Quali sono le doti necessarie per essere un bravo cantante?
“Non basta solo la voce, ma come diceva il Maestro Toscanini ci vuole “voce ,voce ,voce”. Ma oggi non è più così purtroppo, o per fortuna. Ci vuole la complessità, perché il cantante deve essere anche un buon attore, deve sapere muoversi , deve accettare tante cose che una volta non accettava: essere attento verso il Direttore, verso la regia, il testo, i colleghi e tante altre cose. Si è complicato tutto il lavoro del cantante, ma si sono aperte tantissime porte. Spesso ho sentito dire “ quando sento questa voce angelica, chiudo gli occhi” ora invece i cantanti sono diventati attori molto bravi, quasi come gli attori cinematografici, e fisicamente apprezzabili. Oggi ci sono tante richieste per arrivare la in cima. Non basta più solo la voce, ma il rendimento è migliore. All’inizio è difficile, ma poi scopri altre cose, altre doti che non sapevi di avere.”

4. Cosa provi quando canti?
“Dipende da cosa canto. Provo la rabbia, provo la felicità, provo il dolore del tradimento, del traditore. Vivo il personaggio. Ma alla fine provi una grande soddisfazione quando esci davanti al pubblico.”

5. Chi è il tuo personaggio preferito?
“Ho interpretato fin’ora solo 10 ruoli. Ma uno dei ruoli che mi ha dato più soddisfazioni ,anche se l’ho interpretato poco perché sono ancora giovane, è Don Josè (Carmen), anche Radamès (Aida) mi piace molto, non mi dispiace nemmeno il Principe Calaf (Turandot), ma il mio sogno è interpretare Otello. Ma prima devo abbronzarmi la voce e studiare tanto.”

received 14521345348255516. Perché è necessario andare a teatro?
“Non è solo necessario andare a teatro a vedere un’opera lirica, ma anche il melodramma ti fa avvicinare ai momenti veri. L’Opera e il melodramma non sono come il film: quello che vedi sullo smartphone, sul pc, in tv non sta accadendo realmente ora. Nel teatro si: vedi, vivi e subisci quello che sta accadendo . E poi ogni personaggio non canta sempre uguale ogni giorno: anche solo per l’accento su una sillaba diversa. Questo dipende da tantissime cose, da come sto io, da cosa sto facendo: ogni volta è diverso. Cambiano i colleghi, il suono dell’orchestra, il gesto del Maestro, il pubblico più o meno frizzante o, essendo a Verona e lavorando nella sua bellissima Arena, la temperatura. e anche perché, è all’aperto: quando ,per esempio, canti “e lucevan le stelle”, le stelle le vedi veramente! Se è nuvoloso è comunque notte. O il “ Nessun Dorma”: tu sai che dentro e fuori l’Arena non sta dormendo nessuno.”

7. L’emozione più grande che ti abbia mai regalato il palco…
“L’anno scorso: è stato aver debuttato in 4 giorni 2 opere importantissime con due ruoli speciali come Radamès e Don Josè. È stato indescrivibile. La mia vittoria.”

8. Consiglio per i giovani artisti?
“Da giovane artista vi dico quello che mi hanno consigliato i miei colleghi più grandi. Mai abbandonare l’impegno dello studio e mai trascurarlo. Avere una grande pazienza per il palco,ma essere impazienti nello studio, perché il palco non perdona niente. Saper parlare tante lingue ed essere sempre fedele ai tuoi maestri.”

 

Massimiliano Mazza