Siamo entusiasti di intervistare Michael Fabiano, giovane tenore italo-americano, già affermatissimo nel panorama lirico internazionale. Solo nell’ultimo anno ha collezionato una serie di grandi successi, dal Metropolitan di New York alla Lyric Opera di Chicago, dalla Royal Opera House di Londra all’Opèra Bastille di Parigi. Lo incontriamo mentre si trova alla StaatsOper Unter den Linden di Berlino per interpretare il ruolo del Duca di Mantova nel Rigoletto di Verdi.

1. Partiamo dalle origini della tua carriera: mentre eri studente all’Università del Michigan, George Shirley – famoso per essere stato il primo tenore afro-americano a cantare al Metropolitan di New York e anche il primo afro-americano professore universitario di musica – scoprì le grandi potenzialità della tua voce, dicendoti che avevi la “responsabilità morale” di condividerla con il mondo: ce lo puoi raccontare?

Certo. Immagino che le parole “responsabilità morale” possano sembrare prodigiose ai lettori che non conoscono me o il Maestro Shirley. Però lasciami dire che quando ho iniziato a cantare all’università, non avrei mai potuto sapere il lavoro profondo che deve fare un cantante d’opera. George Shirley mi ha sentito in alcune lezioni e mi raccontava le sue esperienze sul palcoscenico e quali oneri dovrebbe avere un cantante. E dopo avermi spiegato questo, mi disse che quando un cantante ha una voce che può toccare il cuore e riempire un teatro con 4000 posti nello stesso momento, è importante condividere questa voce con il pubblico. Condividere una voce porta la responsibilità di proteggerla e nutrirla.
Mi dicevo “ce l’ho questa voce” e, in quel momento, ho cominciato d’essere un cantante. — Mi scuso se a volte non riesco a esprimermi perfettamente…il mio italiano non è sempre buono [sorride].

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