Sotto i riflettori di OperaLife, siamo entusiasti di ritrovare Matteo Macchioni, giovane tenore, classe ’83, da Sassuolo, innamoratosi prima del pianoforte e poi del canto lirico. Dopo la partecipazione ad Amici di Maria De Filippi nel 2009, debuttando come primo tenore nella storia della trasmissione, ha continuato con la carriera teatrale raggiungendo ottimi risultati in campo nazionale e internazionale. Lo spirito giovane di OperaLife si trova in linea con lo spirito fresco e intraprendente di Matteo, che incontriamo in una piacevole chiacchierata.

 

  • Partiamo da questo momento storico difficile, l’ultima intervista che hai fatto per OperaLife era a inizio pandemia: come hai vissuto e stai vivendo la pandemia e com’è stato per te riprendere dopo la riapertura dei teatri?

È stato un periodo pesante: noi cantanti, in quanto artisti empatici, siamo legati al contatto con il pubblico. È stato molto faticoso perdere la possibilità di cantare per un pubblico presente. Per mia fortuna, non mi sono mai fermato davvero: sia nel 2020 che nel 2021 mi sono esibito in concerto, anche a Sassuolo, mio paese natale, e queste sono state occasioni che mi hanno permesso di continuare a coltivare la mia arte e a raccogliere soddisfazioni ed emozioni. Poi, nell’estate del 2021, fortunatamente sono riprese le produzioni, specialmente quelle all’aperto. Anche ora che i teatri sono a piena capienza ci sono delle limitazioni registiche. Per esempio, nella recita del “Barbiere di Siviglia” di qualche giorno fa non ho potuto abbracciare Rosina per questioni di distanziamento sociale.

 

  • In questi giorni sei impegnato nel “Barbiere di Siviglia” al Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste, dove porti in scena Almaviva, un personaggio che hai interpretato diverse volte. Cosa ti comunica il personaggio del Conte di Almaviva dopo diversi anni di esecuzioni?

Ogni volta che affronto quest’opera c’è sempre qualcosa di nuovo. Rossini è fatto così (per fortuna), richiede sempre nuove energie. In questa produzione il ruolo di Almaviva è presentato interamente, con anche il rondò finale, che è decisamente un momento musicale impegnativo, specie dopo essere già stato tanto in scena. Poi Almaviva ha bisogno di tanti cambi di costume e tanta attenzione: è un ruolo davvero energico e propulsivo. È un ruolo che ho interpretato circa cinquanta volte, ma c’è sempre qualcosa da imparare, come ho visto in questa produzione in cui ho sentito Antonino Siragusa, che interpretava Almaviva nell’altro cast, e durante le prove ho saputo confrontarmi con la sua esperienza.

 

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