Siamo felici e onorati di intervistare Mariangela Sicilia, soprano dalle eccellenti doti vocali e artistiche, uniche ed invidiabili. Definita da Le Monde come “un miracolo di saldezza vocale” e “una Mimì fantastica” come la definì La Stampa, vincitrice del concorso Operalia nel 2014, Mariangela Sicilia ha ottenuto enorme successo di pubblico e di critica presso molti prestigiosi teatri d’opera e festival internazionali. Un vero orgoglio italiano, amata dal pubblico e dai grandi direttori e registi.
1) Partiamo dalle origini: come ti sei avvicinata al mondo dell’opera e quali sono stati i tuoi insegnanti?
A 6 anni ho calcato il mio primo palcoscenico cantando la solitudine di Laura Pausini: ho un passato nella musica leggera italiana. Adoravo interpretare le canzoni di Mina; ascoltavo così tanto la sua voce ed il suo modo di cantare che reputo la Tigre di Cremona la mia insegnante in Dad.
Poi ho scoperto dei vinili di mio nonno e mi sono innamorata dei pezzi d’opera celebri: Va Pensiero, Signore dal tetto natio, Nessun Dorma…
Ho iniziato a studiare il pianoforte in conservatorio ma poi ho declinato all’età di 15 anni sul canto lirico.
La mia svolta è stata quando ho conosciuto Carmela Remigio e Leone Magiera e mi sono trasferita a Bologna per perfezionare i miei studi.
Tuttora sono seguita tecnicamente dal mio maestro Fernando Cordeiro Opa. Il nostro è uno strumento molto complesso, e reputo sia salutare avere punti di riferimento tecnici e musicali, ed è ancora più importante quando la carriera è avviata.
2) In un’intervista al M. Magiera su quali fossero i suoi allievi in carriera, veniva fatto il tuo nome. Che ricordo hai del Maestro e che cosa ti ha lasciato?
Il Maestro Magiera incarna la storia dell’opera lirica italiana. Lavorare e studiare con lui è avere a disposizione anni di produzioni storiche a portata di mano. È il diretto testimone dei grandi direttori d’orchestra e dei cantanti che hanno fatto la storia. Inoltre è una persona straordinaria e molto simpatica. Spesso vado ancora da lui per fargli ascoltare nuovi ruoli, i suoi consigli sono preziosissimi. È sempre attento alla tradizione ma anche un innovatore. La cosa più grande che ho imparato da lui è che non si finisce mai di imparare: ancora adesso il maestro studia e per me è un grande esempio, per proseguire su questo cammino con umiltà e con la voglia di migliorarmi sempre.
3) Quale ruolo è stato quello del tuo debutto e quali ricordi ed emozioni hai di quella sera?
La mia prima vera scrittura è stata la Serva Padrona di Pergolesi al teatro San Carlo di Napoli. Ero fresca di teatro di prosa e ho iniziato con una produzione della commedia all’italiana con una regia firmata da Mariano Bauduin che è cresciuto a fianco del maestro Roberto De Simone. È stata un’emozione grandissima.