Mariangela Marini, mezzosoprano, è laureata con lode alla facoltà “Mestieri della Musica e dello Spettacolo”, presso l’Università di Macerata. Si forma in Santa Cecilia Opera Studio a Roma con Renata Scotto, Claudio Desderi, Anna Vandi e Cesare Scarton. Nel luglio 2019 ha cantato nel ruolo di Mercedes nell’opera Carmen di G. Bizet all’Arena di Verona sotto la direzione del Maestro Daniel Oren. Nell’ottobre del 2019 ha cantato nel ruolo di Flora ne La traviata al Teatro di San Carlo di Napoli sotto la direzione del Maestro Stefano Ranzani. Sempre nello stesso anno canta al Teatro Petruzzelli di Bari nel Ruolo di Lola in Cavalleria Rusticana sotto la direzione del Maestro Renato Palumbo.
- Benvenuta tra noi! La nostra prima grande curiosità riguarda come tutto è iniziato: qual è stata la scintilla che ha acceso il tuo interesse per la musica e successivamente la passione per il canto?
Grazie mille per il benvenuto, ne sono onorata. La mia passione per il canto non ha un inizio, ce l’ho da sempre. Ricordo che da bambina piccola fino a verso i vent’anni tornavo a casa da scuola e mi mettevo in salotto a cantare sui dischi. Cantavo qualsiasi cosa, e macinavo dischi su dischi di ogni genere musicale, quello che trovavo. In adolescenza feci dei corsi di teatro, altra mia grande passione, e cantavo nel coro della chiesa, e non solo, ne fondai uno a un certo punto con le mie amiche. Poi a 19 anni conobbi una ragazza che studiava canto lirico, e volli fare una lezione per provare, e mi piacque così tanto che da lì a 5 giorni mi iscrissi all’anno prova dell’Istituto Pareggiato Pergolesi di Ancona, dove insegnava questa maestra, anche se in quel momento avevo poche possibilità economiche, ma lavorai per pagarmi la retta.
- Dicono che il primo debutto non si scorda mai: ce lo puoi raccontare? Quali le sensazioni, le emozioni e le paure?
Beh la prima cosa che ho fatto fu la Seconda Strega in Dido ed Eneas di Purcell, qua nelle Marche in provincia, e feci tante altre cosette qua, ma quello che considero un debutto fu L’Impresario in Angustie di Cimarosa al Parco della Musica di Roma con quella che era allora Santa Cecilia Opera Studio. La mia parte era quella di Doralba. Ero emozionatissima, ma avevo così voglia di fare che la recita volò e mi divertii molto! La parte mi restava faticosa in realtà, ma io ho avuto sempre un certo carattere che mi spinge ad arrivare in fondo tirando fuori ogni risorsa, e anche allora fu così. C’era la regia di Cesare Scarton, poi, che ci preparò benissimo.