Cari amici lettori di OperaLife, dopo aver incontrato l’ospite di oggi in varie occasioni di saluto (video diretta Instagram) e promozione di produzioni d’opera in alcuni teatri d’Italia, siamo felicissimi ed entusiasti di intervistare il soprano Maria José Siri. Nel 2003 l’Associazione dei critici musicali argentini la elegge rivelazione artistica dell’anno e nel 2017 conquista l’Oscar della lirica per la sua categoria. Una sudamericana piena di energia, solare, indubbiamente con la musica nel sangue. Dalle abilità musicali legate allo studio di diversi strumenti musicali, alla sua “folle passione”: il canto. È diventata con la sua voce morbida e calda, soprano prima leggero, poi lirico pieno e con accenti drammatici, fra i più apprezzati nella scena internazionale per ruoli da Mozart a Puccini.

1) Come abbiamo accennato nella tua presentazione, ti sei cimentata nello studio di diversi strumenti. Qual è stata la scintilla che ha acceso il tuo interesse per la musica e successivamente per il canto? Hai avuto il supporto della tua famiglia?

Avevo 4 anni, mio padre mi regalò un pianoforte giocattolo che distrussi con una mazza perché suonava malissimo, ricordo benissimo il momento in cui gli dissi: papà ne voglio uno vero! Quel pianoforte vero arrivò e quel giorno me lo ricordo ancora meglio. Ero in terrazzo e ho visto come usciva da quel camion e come lo portavano in camera mia, fu amore a prima vista! Non mi staccavo neanche quando mia mamma annunciava la torta al cioccolato. Mi mandarono dalle suore ai 5 anni perché ai 4 non mi accettarono… imparare a leggere la musica prima delle parole, non so se rendo l’idea di quanto sia importante per me la musica e quanto lo sia stato l’appoggio della mia famiglia (i miei genitori, sono figlia unica). Poi la storia è lunga, ma è successo che facevo fatica a memorizzare i concerti di pianoforte, quindi decisi di imparare il sassofono tenore, amavo il jazz quindi per me era anche un progetto interessante per la mia vita. Tutto cambiò quando sbagliarono a darmi l’appuntamento della lezione di sax: io viaggiavo per il mio paese in pullman quindi arrivai lì e mi trovai davanti ad una lezione di canto lirico invece che di sax. Rimasi lì ad ascoltare la lezione invitata dall’insegnante, per ultimo cantò un soprano l’aria “Convien partir” della Figlia del Reggimento. Ero un brivido solo, non avevo mai sentito un soprano cantare da vicino, finita la lezione chiesi all’insegnante di provarmi la voce, mi fecce cantare fino al Fa 5, mi guardò e mi disse: complimenti soprano, quando iniziamo?
Si chiamava Gilda Dolara e fu la mia prima insegnante, ora mi ascolta dal cielo.

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