A farci compagnia in queste pagine non ci sarà, come succede spesso, un cantante. È con noi, invece, un artista poliedrico, abituato a lavorare con cantanti, strumentisti e orchestre. Il pianista polacco-francese Maciej Pikulski! Strumentista a 360 gradi, nella sua carriera pluridecennale si è esibito come solista, come musicista da camera e come pianista accompagnatore: un artista davvero eclettico.
Come nostro solito, la prima domanda che le facciamo è relativa agli esordi della sua passione. Com’è nato il suo amore per la musica e il pianoforte?
Provengo da una famiglia di intellettuali con un grande amore per l’arte, la letteratura e la musica classica, e all’età di 6 anni sono stato iscritto alla “Scuola Statale di Educazione Musicale e Generale” di Cracovia, la mia città natale.
Nella crescita umana e musicale è sempre importante il rapporto con il proprio insegnante. Nel suo caso parliamo di nomi importanti come Clive Britton e Dominique Merlet. Quali sono gli ingredienti di un buon rapporto maestro-allievo?
Dominique Merlet e Clive Britton erano pedagoghi dalla forte personalità e molto esigenti quando si trattava della bellezza del pianoforte e del timbro. Entrambi insistevano sul fatto che il pianoforte non avrebbe dovuto solo suonare come tale, ma anche come la voce lirica o gli strumenti orchestrali. Insistevano anche sul fatto che ogni momento di un concerto dovrebbe essere speciale e ipnotico. Questo tipo di insegnamento ha un’impressione duratura. Anche io, come insegnante, cerco di preservare questi valori, mentre cerco di essere forse più filosofico e tollerante nei confronti di modi di suonare diversi dai miei. Accettare che lo studente possa non voler suonare allo stesso modo dell’insegnante è importante per mantenere un rapporto sano e fertile tra i due.
La sua attività di pianista accompagnatore le ha permesso di lavorare con diversi musicisti e cantanti, esplorando repertori strumentali molto differenti. C’è uno strumento a cui è particolarmente legato proprio per l’affinità che sente con quel repertorio?
La verità è che mi piace suonare con tutti gli strumenti. Ognuno di essi ha un mondo, un timbro ed un registro diverso, si esprime nella musica in modo diverso e mi dà sensazioni fisiche diverse quando ci suono. E devo ammettere che mi sento particolarmente ispirato dagli strumenti che cantano: il violino, il violoncello e la voce. Non è tanto una questione di repertorio.