La famiglia di OperaLife incontra Luciano Ganci, un interprete italiano molto interessante. Con la sua voce tenorile ha affrontato numerosi ruoli, facendo suo il repertorio della seconda metà dell’Ottocento e del primo Novecento. Siamo davvero entusiasti di conoscerlo meglio!

 

  • Iniziamo, come di consueto, chiedendole: come si è avvicinato al mondo della musica e, specificamente, al canto lirico?

 

Sin da bambino, a detta dei miei genitori, avevo una spiccata attitudine musicale. Ero “portato”, come si diceva una volta. La musica è entrata nella mia vita e mi ha portato con sé, anche se io ho tentato in tutti i modi di farla restare un giusto e piacevole corredo ad altra attività lavorativa: infatti ho fatto studi molto lontani dalla musica stessa. L’ho sempre studiata, con pianoforte ed organo, e lei mi ha voluto con sé nella veste che meno pensavo, quella del cantante lirico!

Il mio percorso inizia grazie ad un vero e proprio caso fortuito, a nove anni nel Coro della Cappella Musicale Pontificia Sistina, allora diretta dal Maestro Domenico Bartolucci, e da lì è iniziato il percorso che mi ha portato fino ad oggi. Quella della “Sistina” era un tipo di scuola che forse oggi non esiste più, votata al rigore nello studio, alle esecuzioni durante le messe del Papa ed ai concerti veri e propri. Finita la preziosa esperienza non ho mai avuto il coraggio di smettere di studiare né di cantare. Grazie alla preparazione musicale raggiunta ho sfruttato questa professione che mi era stata donata per mantenermi agli studi universitari e concedermi le prime lezioni di canto. Non amavo particolarmente la lirica né tantomeno i cantanti lirici, non si è trattato quindi di un colpo di fulmine ma di un lento e profondo innamoramento al quale è seguito un altrettanto profondo amore.

 

  • Il suo debutto operistico è avvenuto nel 2009 con Le nozze di Figaro e Gianni Schicchi, che tipo di emozione è indossare per la prima volta i panni di un personaggio?

Non so datare esattamente il debutto vero e proprio, io lo colloco al 2009 perché è stato l’anno del primo vero contratto da professionista. Ne Le nozze di Figaro cantai già nel 2004, feci tante esperienze musicali in diversi ambiti in precedenza e quindi l’emozione di esibirmi davanti al pubblico, vuoi anche per il ruolo abbastanza breve di Don Basilio, non mi aveva creato particolari emozioni. Avendo fatto un percorso lungo e graduale, diciamo che con l’emozione avevo instaurato un rapporto di piacevole convivenza da tempo.

 

 

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