Bentrovati amici di OperaLife, sotto i nostri riflettori oggi abbiamo ospite Luca Micheletti. Considerato fra i talenti più originali e multiformi della sua generazione, Luca Micheletti è oggi uno dei più acclamati baritoni del panorama internazionale. Inizia la sua carriera nel teatro di prosa divenendo regista stabile e responsabile artistico della Compagnia Teatrale I Guitti di Brescia, per poi firmare creazioni e recitare per i maggiori teatri nazionali, collaborando con Maestri del calibro di Luca Ronconi, Umberto Orsini, Marco Bellocchio, e ottenendo i più illustri riconoscimenti del settore, fra cui il Premio Ubu (2011) e il Premio Internazionale Pirandello (2015). Folgorante la sua attività anche nell’opera lirica, sia come regista sia come baritono, dove si confronta con i capisaldi del repertorio in particolare verdiano e mozartiano su palcoscenici di fama mondiale, fra cui il Teatro alla Scala di Milano, la Royal Opera House Covent Garden di Londra, la Sydney Opera House, l’Arena di Verona, il Bunka-Kaikan di Tokyo, il Maggio Musicale Fiorentino, l’Opera di Roma, la Fenice di Venezia, il Carlo Felice di Genova, il Teatro Lirico di Cagliari, il Ravenna Festival.
Benvenuto Luca! Partiamo da una delle tue ultime esperienze all’opera: il tuo debutto all’Arena di Verona nel ruolo di Escamillo nella “Carmen” di Bizet. Quali emozioni hai provato nel cantare in un palcoscenico così vasto come quello dell’Arena?
Quella da poco conclusa è stata un’estate ricca di emozioni e debutti decisivi. L’Arena è un simbolo assoluto, un palcoscenico unico nel suo genere, non privo di molte criticità: è stata una sfida che vincere mi ha molto gratificato. Raccogliere dal palcoscenico l’entusiasmo di tredicimila persone non capita tutti i giorni… Dopo Verona, sono poi volato a Londra per il mio debutto al Covent Garden come Don Giovanni. Un’altra incredibile avventura che porto nel cuore, in un tempio mondiale della musica. Porto con me questa emozione mentre, tornato in Italia, continuo a indagare Don Giovanni, proprio in questi giorni, impegnato nelle prove di una nuova produzione dell’opera al Regio di Torino, con Riccardo Muti sul podio.
Ripercorrendo la tua storia dall’inizio, com’è nata la tua passione per il teatro?
L’ho raccontato più volte: è stata la cosa più naturale del mondo, venendo io da una famiglia che da generazioni è nel mondo del teatro di prosa, quindi fin da bambino ho letteralmente vissuto in palcoscenico. Più tardivo il mio avvicinamento all’opera come cantante, anche se la musica ha sempre fatto parte della mia vita.