Tenore belcantista, classe 1990, nato a Kroonstad in Sudafrica. Debutta nel 2014 nel ruolo di Don Ramiro ne La Cenerentola di Rossini. Nella stagione 2015/16 entra a far parte dello “Young Ensemble of Semperoper” di Dresda. Ha poi partecipato a numerosi festival: Rossini Opera Festival, Festival Donizetti, Glyndebourne Festival, Festival di Salisburgo. Ha debuttato all’Elbphilharmonie di Amburgo cantando nel Gala di Capodanno. Ha preso parte a un concerto dedicato a Maria Callas ospitato dal Theatre Champs-Élysées di Parigi.
- Benvenuto tra noi! La nostra prima grande curiosità riguarda come tutto è iniziato: qual è stata la scintilla che ha acceso il tuo interesse per la musica e successivamente la passione per il canto?
Come ho detto nella prima intervista che abbiamo fatto per OperaLife, prima ero un calciatore, uno sportivo; la musica classica è arrivata solo molto più tardi nella mia vita. La musica ha sempre fatto parte della mia famiglia: i miei genitori erano musicisti, i miei fratelli e le mie sorelle erano musicisti, quindi sono stato sempre circondato da musicisti e dalla musica anche se non ero musicista. Questa scintilla è arrivata molto più tardi, quando ho cominciato a cantare musica classica e l’Opera. Ho cominciato a studiare l’Opera perché ho un fratello musicista, direttore di orchestra e ama l’Opera, ed è stato lui a spingermi verso l’Opera e la musica classica; mi ha insegnato a sentire la musica classica, a guardarla e capirla. Ho cominciato a cantare quando avevo 10 o 11 anni, ho cantato nei cori e quando sono cresciuto ed ho compiuto 18 anni ho preso lezioni private di canto. Ho cominciato a cantare e da quel momento ho capito di essere innamorato della musica, sia musica classica che Opera. È stato come aver trovato l’amore della mia vita, la mia nuova ragazza.
- Dicono che il primo debutto non si scorda mai: ce lo puoi raccontare? Quali le sensazioni, le emozioni e le paure?
Quale è stato il mio primo debutto? Ho cantato il Barbiere di Siviglia all’università in una produzione intera, una produzione a tutto campo con costumi e orchestra. Avevo 21 anni, ero molto nervoso perché ero molto giovane, ma ero super preparato. A questo punto della mia vita sono diventato un tenore rossiniano. È stato qualcosa di incredibile; ero così nervoso perché non mi ero mai esibito prima in un’opera e naturalmente ero molto emozionato, non avevo mai recitato cantando nella mia vita. Cantare Rossini è un po’ come Mozart, molto difficile. Ero stressato per questo. Ero troppo giovane per recitare; non avevo mai preso lezioni di recitazione o cose simili. Ero solo all’università e quindi ero molto emozionato, ma fu un grande successo perché ho cantato una grande aria per il mio debutto, un’aria che di solito è tagliata dall’Opera, l’ho fatto quando avevo 21 anni, è stato un grande successo, tutti lo hanno amato. Sono stato molto orgoglioso in quel momento, e da lì ho capito che avevo qualcosa di speciale da offrire all’Opera. Sì, ho parlato della mia emozione, è stato difficile ma naturalmente ero super felice perché avevo avuto il mio primo ruolo, il mio primo grande ruolo! Non ho iniziato con un piccolo ruolo, dove faccio Basilio nelle Nozze di Figaro o dove faccio Giuseppe, Gastone nella Traviata, non ho fatto mai questi ruoli. Sono andato subito ai grandi ruoli. Sono stato molto fortunato. Ci sono stati altri debutti, come quello a Parigi, anche lì ho provato le stesse emozioni, o con il Barbiere di Siviglia, o la Cenerentola. Sempre molto difficili ed emozionanti perché sono stati il primo debutto in grandi Teatri e devi concentrarti, ma è sempre molto bello perché è come un sogno che diventa realtà.