C’è chi lo conosce come Figaro, altri come Don Giovanni o ancora Escamillo, Attila, Almaviva, Dulcamara, Mefistofele. Tanti nomi per una carriera che ha collezionato questi e tanti altri ruoli. Stiamo parlando del famosissimo basso italiano Ildebrando D’Arcangelo.

 

Come al solito, la domanda per rompere il ghiaccio riguarda le origini musicali del nostro ospite: quando è iniziata la sua passione per la musica?

Il primo ad avvicinarmi alla musica è stato mio padre, organista, che ha provato inutilmente a farmi ascoltare anche l’opera oltre al sinfonico; purtroppo all’epoca non avevo ancora la passione per questo genere ad eccezione di quando ad 8 anni rimasi estasiato, in piedi, immobile davanti al primo atto de Il barbiere di Siviglia diretto dal M. Abbado.

Ci può raccontare qual è stato il processo di scoperta e di educazione della sua vocalità?

Sono entrato in un coro amatoriale, sotto consiglio di mio padre per ampliare la mia conoscenza musicale, dove il direttore del coro, M. Arnaldo Vernamonte, prima di un concorso invitò chi era interessato ad andare da Monica Bacelli, oggi famoso mezzosoprano, per avere un’idea più precisa dell’impostazione vocale. È stata poi lei a educarmi all’ascolto dell’opera, che mio padre aveva dato per scontato pensando che studiando da anni pianoforte sapessi già come comprenderla a pieno. Avendo una voce già da basso, per quanto riguardava il colore, la Bacelli mi mandò dalla sua insegnante Maria Vittoria Romano in quanto riteneva potessi avere un futuro.

 

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