Il giovane soprano sudcoreano ha recentemente attirato l’attenzione dei teatri d’opera di tutto il mondo. Laureata alla Juilliard School di New York City con un Artist Diploma in Opera Studies, ha ricevuto numerosi premi, tra cui il Concorso internazionale della Fondazione Gerda Lissner, il Concorso internazionale di musica di Montreal e il Concorso internazionale Operalia di Placido Domingo. Le prossime stagioni la vedono impegnata alla San Francisco Opera, al Metropolitan Opera, e al Glyndebourne Festival dopo il suo straordinario successo lì precedentemente come Rosina.

 

  • Benvenuta tra noi! La nostra prima grande curiosità riguarda come tutto è iniziato: qual è stata la scintilla che ha acceso il tuo interesse per la musica e successivamente la passione per il canto?

A quanto racconta mia madre, quando ero nel suo grembo, scalciavo ogni volta che veniva suonata della musica. Ha capito che sarei dovuta essere una musicista ed in tenera età mi fece prendere lezioni di pianoforte. Durante la mia prima lezione, dopo 10 minuti, l’insegnante mi ha chiesto di cantare. Quando ero alle elementari partecipai a un concorso di canto e vinsi il primo premio. Non ricordo cosa cantai, ma doveva essere una canzone per bambini.

Il mio amore per lo spettacolo è stato alimentato anche dalle visite ai nostri nonni, che avevano un grande giardino. Mio padre stendeva le stuoie per terra e ascoltava la musica dell’autoradio. Cantavamo e ballavamo per i nostri nonni e i loro amici, e vedere il piacere che provavano vedendoci esibire mi dava una grande gioia.

 

  • Dicono che il primo debutto non si scorda mai: ce lo puoi raccontare? Quali le sensazioni, le emozioni e le paure?

Il mio debutto è stato con Violetta ne La Traviata al Teatro Nazionale Coreano! Avevo solo 20 anni e, come tutti sanno, è un ruolo enorme, in tutti i sensi: drammatico, vocale ed emotivo. Ovviamente non è il debutto ideale per una cantante di 20 anni, ma è stato lo spettacolo di laurea della mia università ed è stato un vero onore essere scelta per cantare il ruolo principale.

Pensare alla mia preparazione per quegli spettacoli mi fa pensare a mio padre e a come è stato il suo modo di sviluppare l’amore per l’opera. Durante le prime fasi delle prove mio padre è scivolato nella vasca da bagno e si è rotto la schiena. Mentre si stava riprendendo in ospedale, gli raccontavo delle prove e delle mie idee in via di sviluppo su Violetta e su come interpretarla. Questo ha risvegliato in lui l’amore per l’opera, ed è stato in grado di venire alla prima e vedere il potere della musica di Verdi e l’impatto emotivo che ha avuto sul pubblico. Quindi, la mia prima sarà sempre associata a mio padre, alla sua guarigione e al suo nuovo amore per l’opera.

 

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