OperaLife incontra oggi Guido Pistoni, ex ballerino del Teatro dell’Opera di Roma. Ha preso parte al panorama ballettistico nazionale e internazionale, insieme alle più grandi stelle, in un periodo folgorante. Oggi, parallelamente all’insegnamento, porta avanti e riproduce nei maggiori corpi di ballo i lavori di suo zio Mario Pistoni, uno dei più raggianti coreografi italiani del ‘900.

 

  • Pistoni, la danza faceva già parte di lei o è stato trasportato da qualcuno verso quest’arte?

No, effettivamente nonostante in famiglia ci fossero già mio zio Mario Pistoni, étoile del Teatro alla Scala, e mia zia, sua moglie, Fiorella Cova, anche lei prima ballerina, solo dopo l’insistenza di mia sorella Liana Pistoni, insegnante presso l’Accademia Nazionale di Danza e dopo molte incertezze – anche perché in effetti ero un promettente nuotatore agonistico – mi convinsi ad intraprendere un percorso artistico e provare a seguire le orme della famiglia e quindi dopo un primo momento di difficoltà, capii quasi subito che quella era la mia strada ed in effetti divenne poi la vera passione della mia vita.

 

  • Com’è iniziata la sua formazione presso l’Accademia Nazionale di Danza? Quali ricordi ha mantenuto di quel periodo?

Io mi reputo una persona molto fortunata perché iniziando quasi per gioco, grazie all’intuizione di mia sorella che comprese sin dal principio la mia naturale predisposizione verso tale arte e con le sue preziose prime lezioni private di danza, sono riuscito poi ad esaudire il sogno di diventare anch’io un giorno un interprete nei balletti di repertorio, prima così tanto snobbati e poi così tanto amati. Ricordo ancora oggi le emozioni forti che provai quando feci la mia prima vera e propria audizione al cospetto della sua Direttrice dell’Accademia Nazionale di Danza di allora, Sig.ra Giuliana Pensi, un’artista molto intelligente e votata alla danza, che mi permise di iniziare a studiare all’interno dell’Accademia nei corsi superiori tenuti dai Maestri Zarko Prebil, per la tecnica classica, e Juan Cebron, per la tecnica Cunningham. Mi inserì in seguito al sesto corso insieme all’unico uomo presente in quel periodo, Massimo Acri, con il quale entrammo a far parte del Gruppo Stabile, una vera e propria compagnia all’interno dell’Accademia, iniziando così subito le mie prime esperienze lavorative in giro per l’Italia.

 

  • Nel 1979 entra nel corpo di ballo dell’Opera di Roma. Che aria si respirava lì in quegli anni?

Devo dire che ho bellissimi ricordi di quel periodo, erano anni di grande fermento artistico ed eravamo entrati nel corpo di ballo tutti giovani, che presto avrebbero interpretato ruoli da primi ballerini nei balletti di repertorio con i grandi coreografi di quel tempo. Infatti insieme al sottoscritto assunsero Raffaele Paganini, Mario Marozzi, Mauro Bigonzetti e Luigi Martelletta e ricordo che in quel periodo furono rappresentati titoli quali: Giselle con Nureyev e Fracci, Don Chisciotte con Vassiliev e Maximova, La Bella Addormentata con Fernando Bujones, e altri ancora con tutti grandi interpreti dai quali poter apprendere e migliorare il proprio bagaglio artistico.

 

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