Siamo felici di trovarci in compagnia di Gianluca Margheri, basso-baritono che ha riscosso moltissimi successi in ambiente nazionale e internazionale. Dopo averlo conosciuto durante la rappresentazione del Fernando Cortez al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, oggi cogliamo l’occasione per ripercorrere insieme la sua carriera.
1. Iniziamo dalle origini: quando è stato il tuo primo incontro con l’Opera? Quando hai capito di voler diventare un cantante lirico?
Ero un bambino di dieci anni quando vidi il film Amadeus e ne rimasi letteralmente folgorato, soprattutto dalle scene operistiche. Dato il mio entusiasmo, non comune per la musica classica per un bambino di quell’età, i miei genitori mi comprarono la videocassetta perché le voci del film mi affascinavano talmente tanto che volevo guardarlo e ascoltarlo tutti i giorni. È curioso che nella colonna sonora del film figurassero molti dei cantanti che poi divennero per me un vero e proprio riferimento negli anni successivi come June Anderson e Samuel Ramey. Da quel momento la curiosità mi spinse pian piano ad ascoltare le versioni integrali dei melodrammi mozartiani e più tardi quelli rossiniani tanto che la prima opera che vidi a teatro fu proprio la Cenerentola a Firenze con Jennifer Larmore. Forse il sogno di diventare un cantante lirico risale proprio a quel periodo, ma ero chiaramente troppo piccolo per poter pensare che fosse un desiderio realizzabile. Tuttavia innamorato della musica di Mozart iniziai subito a studiare pianoforte e pochi anni dopo, per gioco, entrai in un gruppo teatrale per ragazzi. Il teatro di prosa diventò una vera e propria passione e non mancarono anche alcune esperienze cinematografiche, fu allora che mi decisi a provare a realizzare anche quel sogno che avevo fin da piccolo e, parallelamente agli studi universitari, iniziai lo studio del canto lirico.