Cari amici lettori di OperaLife, siamo felici di incontrare oggi il baritono Fulvio Massa. Diplomato nel 1987 presso il Conservatorio G.B.Martini di Bologna con il Maestro Leone Magiera dopo aver frequentato la classe di canto del Maestro Arrigo Pola. In seguito, ha studiato con il Maestro Josef Metternich a Monaco di Baviera ed infine con il Maestro Paride Venturi, da cui prende il nome l’Accademia d’Opera proposta insieme al basso Carlo Colombara. Debutta nel 1996 come baritono nel ruolo di Escamillo in Carmen di Bizet e successivamente si esibisce nei maggiori teatri italiani.
1) Una domanda che proponiamo sempre per rompere il ghiaccio. Come ti sei avvicinato e appassionato alla musica e all’opera in particolare?
L’opera ha sempre fatto parte della mia famiglia: mio zio Oscar Massa era direttore d’orchestra ed è stato il fondatore del Centro Lirico di Palermo alla fine degli anni ’60 e mia zia Adalgisa è stata un ottimo soprano lirico-spinto. Passando le mie estati fin da piccolo presso di loro a Palermo, è stato inevitabile che assorbissi questa passione.
2) C’è un ruolo a cui sei particolarmente legato e quale compositore ti emoziona maggiormente con la sua musica?
Sicuramente il compositore è Mozart. Il ruolo che ho amato di più interpretare è stato Falstaff, che credo sia un punto d’arrivo per qualsiasi baritono.
3) Il tuo percorso formativo è stato determinato anche dalla continuità dei tuoi studi con diversi Maestri: quanto è importante il ruolo di un insegnante e quali sono le qualità necessarie per essere un bravo maestro?
Il ruolo dell’insegnante è cruciale nella formazione di un cantante, non solo per la tecnica vocale, ma anche per essere un punto di riferimento nel corso della carriera artistica. Spesso ci si trova ad avere dei dubbi artistici e a quel punto diventa fondamentale avere un riferimento di cui fidarsi. La qualità fondamentale per un bravo maestro di conseguenza è capire le necessità dell’allievo e saper modulare il suo percorso formativo di conseguenza. Spesso i giovani hanno bisogno anche di un supporto psicologico che non è da sottovalutare nella formazione artistica.
4) Nella presentazione iniziale abbiamo accennato alla “Paride Venturi International Opera Academy”. Come nasce questo progetto e in cosa consiste il metodo di Paride Venturi?
Già da alcuni anni con l’amico, collega e compagno di studi Carlo Colombara avevamo avviato un ciclo di masteclass all’estero e da questa esperienza ci è venuta l’idea di lavorare insieme stabilmente. E’ stato naturale quindi dedicare una scuola di canto al nostro amatissimo Maestro. Il metodo che Paride Venturi aveva ereditato dal famoso maestro Melocchi di Pesaro è semplicemente quello che avevano tutti i grandi cantanti del passato: consapevolezza del fiato, dell’appoggio e della giusta ricerca degli armonici.
5) Com’è nato il sodalizio e, potremmo dire, l’amicizia con il basso Carlo Colombara? Avete una visione affine dell’insegnamento?
Come ho già detto precedentemente, è un’amicizia nata da più di trent’anni durante gli studi. Senza una comune visione dell’insegnamento non sarebbe stato possibile non solo fondare una scuola di canto, ma nemmeno tutto quello che precedentemente ci ha portati fino a qui.
6) Hai qualche cantante di riferimento del passato che prendi come modello, o anche semplicemente preferisci per il gusto di ascoltare la sua voce?
I modelli sono tanti, dal passato fino ai giorni nostri: Franco Corelli, Renata Tebaldi, Maria Callas, Piero Cappuccilli, Renato Bruson, Luciano Pavarotti, ma anche Jonas Kaufmann, fino ad arrivare ad alcune giovani leve di buon livello. Detto questo, cerco lavorare con i giovani per trovare in ciascuno la propria personalità artistica e non cadere mai nell’imitazione.
7) Quanto è importante per un cantante conoscere il proprio corpo, il proprio strumento che è la voce, e la formazione psico-fisica nei suoi molteplici aspetti?
In generale la coscienza del proprio corpo è fondamentale, non solo per il canto ma per qualsiasi disciplina. Abbiamo la fortuna di poter contare sul supporto scientifico che in questi anni si è sviluppato molto.
8) Quale consiglio ti senti di dare ai giovani che vogliono intraprendere la carriera di cantante?
Si potrebbe riassumere con poche parole: studio, ricerca e costanza.
9) La sfida tra la regia moderna e la regia tradizionale è sempre aperta. Da che parte ti “schieri”?
Dalla parte degli spettacoli intelligenti. Non esiste moderno o antico, esiste un bello spettacolo o meno.
10) Hai qualche sogno nel cassetto che vorresti realizzare, anche non subito?
Spero che la realtà dell’Accademia abbia lo sviluppo che auspichiamo. Noi ci crediamo fermamente e stiamo lavorando sodo perché possa diventare un punto di riferimento per i giovani.
11) Raccontaci come impieghi il tuo tempo libero: hobby e passioni?
Il tempo libero si è ridotto notevolmente in questi anni! Nonostante questo mi piace stare con gli amici, andare al cinema, fare sport e viaggiare.
12) Siamo stati colpiti dalla chiusura dei teatri a causa dell’emergenza sanitaria COVID-19. Cosa ne pensi del futuro del teatro e degli impegni artistici?
Per natura sono ottimista. Come diceva giustamente De Filippo “Ha da passà ‘a nuttata”.
13) Visti gli ultimi avvicendamenti nel settore culturale ti chiediamo di aiutarci a terminare questa frase. “L’Arte e l’Opera non possono morire perché…”?
Perché fa parte del nostra storia e della nostra vita. Sarebbe come dire addio a qualcuno di famiglia.
14) Compatibilmente a questo periodo particolare, quali saranno i tuoi prossimi impegni?
Oltre alla mia attività principale di insegnante, ho ancora qualche impegno teatrale. In novembre mi aspetta Don Bartolo ne Il barbiere di Siviglia, uno dei ruoli che più ho interpretato ed amato.
Ringraziamo moltissimo Fulvio Massa per la sua disponibilità e gentilezza. Lo salutiamo augurandogli in bocca al lupo per i suoi prossimi appuntamenti e per il progetto Paride Venturi Opera Academy.
Alessandro Bugno