Siamo entusiasti di intervistare Franco Vassallo, celebre baritono affermatissimo nel panorama lirico internazionale. Ha collezionato una serie di grandi successi, dal Metropolitan di New York alla Royal Opera House di Londra per arrivare alla Staatsoper di Vienna.
1. Partiamo dalle origini della tua carriera: come nasce il tuo amore per la musica ed in particolare per l’opera?
L’amore per l’Opera nasce molto presto, a dieci anni ascoltando vinili dei miei genitori, soprattutto ricordo “Rigoletto” e “Il barbiere di Siviglia”, entrambi con Tito Gobbi e Maria Callas. Quello per la musica sinfonica ancora prima, restai estasiato già a sei anni quando i miei mi portarono al cinema a vedere il mitico “Fantasia” di Walt Disney; da allora la musica è stata un immenso amore nella mia vita.
2. Ci puoi raccontare il tuo debutto al Teatro alla Scala, teatro della tua città, e quali emozioni hai provato?
Debuttai alla Scala nel 2002 con “Il barbiere di Siviglia” nello storico e splendido allestimento di Ponnelle, ma in quel momento la Scala era in ristrutturazione e la stagione si faceva al Teatro degli Arcimboldi. “Quale dovrò considerare come il mio debutto alla Scala?” mi chiedevo “questo o il primo titolo che canterò nella sala del Piermarini?”. Anni dopo il primo ruolo che cantai alla Scala fu ancora Figaro e nella stessa produzione, ruolo quindi del mio “doppio debutto scaligero”! Ovviamente l’emozione fu enorme, la Scala è un archetipo nel mondo dell’opera lirica, un luogo simbolo. Gli stessi dischi in vinile il cui ascolto mi fece appassionare, recavano in copertina il celebre dipinto di Angelo Inganni della facciata del teatro alla Scala nella metà dell’ottocento e la stessa era effigiata sul retro della banconota da 1000 lire di Giuseppe Verdi. Un grande mito, insomma, italiano e milanese, e anche un teatro nel teatro, nel senso che aggirandosi per la platea, i palchi, le gallerie, le quinte e i corridoi, è impossibile non pensare a quei luoghi stessi come il palcoscenico su cui agirono, palpitarono, penarono e trionfarono tutti i grandi della lirica, i massimi interpreti e i grandi compositori di immortali capolavori quali Rossini, Bellini, Donizetti, Verdi e Puccini, che a loro volta immaginavo entrare emozionati per la prima volta in quel teatro, giovani e sconosciuti musicisti, sognando che un giorno, chissà, forse una loro opera sarebbe stata lì rappresentata!…