Cari amici lettori di OperaLife, siamo felici di incontrare oggi Federico Longhi, baritono. Originario della Valle d’Aosta, ha iniziato gli studi musicali come flautista all’Istituto Musicale di Aosta, dedicandosi successivamente allo studio del canto e riuscendo a vincere numerosi Concorsi Internazionali. Dal 1995, anno del debutto, Federico ha iniziato la sua carriera professionale operistica e lo troviamo interprete in svariati ruoli accanto a celebrità internazionali e diretto da direttori e registi di fama, nei teatri italiani ed esteri.

1) Benvenuto tra noi Federico! Come prima domanda siamo sempre curiosi di partire dalle origini: raccontaci, come ti sei avvicinato e appassionato alla musica?

È una passione che è nata in famiglia: mio papà e mio nonno avevano l’opera nel sangue e la ascoltavano molto, ma non hanno mai fatto niente a livello professionale. Mio papà cantava e studiava clarinetto. Io ho sempre avuto il piacere del canto e fin da bambino cantavo nella cantoria del paese. Ho studiato flauto all’Istituto Musicale di Aosta e poi ho avuto la fortuna di conoscere il baritono Giuseppe Valdengo, che abitava vicino a casa, mi ha ascoltato e mi ha detto “Tu hai una bella voce”. Ho iniziato a studiare con lui e da lì è partita la mia avventura di cantante.

2) Il tuo primo debutto con Figaro del rossiniano Barbiere di Siviglia. Quali ricordi e quali emozioni riaffiorano pensando a quel momento e che ne pensi della musica di Rossini?

Figaro è un ruolo enorme, trascinante, difficile perché richiede un carisma innato, una capacità di essere una presenza vocale e scenica che catalizzi l’attenzione sul palco. Se ripenso al mio debutto riaffiora in me una certa tenerezza verso il piccolo Federico che si avventura in questo mondo così divertente e così impervio. Riguardo indietro e vedo tutti i miei sogni, i miei obiettivi, molti dei quali sono stati raggiunti con sacrifici e con studio incessante. Per quanto riguarda Rossini devo dire che non ho affrontato moltissimo questo repertorio, poiché la mia vocalità mi ha portato sempre verso un belcantismo più romantico come quello di Donizetti e successivamente di Verdi. Però se mi proponessero oggi un Figaro penso mi piacerebbe riaffrontarlo con il bagaglio tecnico e artistico che ho acquisito in questi anni affrontando ruoli molto diversi.

LEGGI TUTTA L’INTERVISTA SUL MAGAZINE!