A tutte le lettrici e ai lettori del nostro magazine, bentrovati. Oggi abbiamo l’opportunità di conoscere meglio una giovanissima cantante che sta iniziando la sua carriera da professionista. Con la sua voce di soprano, Federica Sardella si è già fatta notare in numerose occasioni, sia durante concerti sia in recite operistiche. Siamo davvero entusiasti di poterla conoscere meglio: iniziamo subito con le domande! 

 

Come è iniziata la tua passione per il canto lirico? 

Bella domanda! Devo dire che grazie ai miei genitori, in particolar modo devo dire grazie a mio padre che ha insistito a farmi studiare canto. Ho iniziato a studiare musica leggera, mentre praticavo danza classica, e pian piano ho iniziato ad ascoltare le arie d’opera, e da lì è nato tutto. È nata in me una grandissima passione e un grandissimo trasporto per il mondo del teatro e dell’opera lirica.

 

Come descriveresti la tua voce? 

La mia voce in questo momento storico viene definita come la voce del soprano lirico leggero. La descriverei come una voce rotonda e allo stesso tempo svettante, ricca di sfumature e armonici tipiche del registro vocale a cui appartiene. È cristallina e argentea allo stesso tempo.

 

Hai cantato sia in scena che in concerti: che emozioni suscitano queste esibizioni e quale preferisci? 

Premetto che per me cantare, in generale, è sempre una grande emozione poiché cantando riesco ad essere me stessa ed attraverso il canto riesco ad esprimere me stessa. In scena è tutto più magico, più teatrale. Ci sono le luci, i costumi, l’orchestra che mi fanno sentire parte di un mondo fantastico, unico, che solo chi lo prova può capire la forte emozione che si può provare a calcare i palchi dei teatri, interpretare un personaggio e riuscire a trasmetterlo al pubblico, credo sia davvero unico. Allo stesso tempo per me è anche tanto emozionante cantare in concerti, perché ho allo stesso modo un contatto con il pubblico che mi permette di esprimere davvero tanto sia a livello sentimentale che emozionale. Quale preferisco dei due? Entrambi! Credo che in un modo che nell’altro sia importante riuscire a comunicare con il pubblico e arrivare ai loro cuori e farli divertire, sia in scena che durante un concerto.

 

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