Siamo onorati e entusiasti di poter intervistare Ermonela Jaho, una strabiliante cantante dotata di una meravigliosa vocalità. Cantante affermata e richiesta dai più grandi teatri e enti lirici, è una punta di diamante del panorama lirico odierno.

1. Come ti sei avvicinata alla musica e allo studio del canto?

La musica è ossigeno per la nostra anima, ce ne rendiamo conto e ne diventiamo coscienti durante il tragitto della nostra vita. Da bambina molto timida, l’unica cosa dove trovavo rifugio era il canto. Questo i miei genitori lo avevano percepito e mi hanno iscritta come membro del festival per i bambini, il corrispondente del vostro zecchino d’oro. Così all’età di 5-6 anni mi sono trovata sul palcoscenico. Poi è venuto il momento di proseguire gli studi della scuola media e all’università ho pregato i miei genitori di continuare professionalmente lo studio del canto e parallelamente anche quello delle altre materie indispensabili per il bagaglio culturale del mio futuro. Ma il vero studio del canto è arrivato quando sono andata per la prima volta a vedere dal vivo un’opera con mio fratello, avevo 14 anni. Quella sera era in scena la Traviata. Ebbene, dopo le prime battute dell’Ouverture è stato come un amore a primo ascolto e alla fine dissi a mio fratello, con l’impulso e passione che ci caratterizza: “Non morirò se non canterò almeno una volta quest’opera” … da allora il ruolo di Violetta l’ho cantato circa 300 volte ed è ancora nel mio repertorio dopo 26 anni di carriera. Tutto è possibile se ci credi e lotti per arrivare dove il tuo cuore, la testa e l’anima vogliono.

LEGGI TUTTA L’INTERVISTA