Classe ’70, siciliano d’origine ma francese d’adozione, coreografo: Emilio Calcagno è da oggi direttore del ballo all’Opéra Grand Avignon.

Successivamente alla sua formazione tra Cannes e Angers – e dopo essere giunto da Angelin Preljočaj – nel 2006 ha fondato la compagnia ECO. Rimasto legato alla sua terra natia, le ha reso omaggio nel 2016 con “Catania Catania”, presentato anche a Bolzano Danza.

 

  1. Emilio, da piccolo nella tua Sicilia ti sei approcciato allo studio della danza. Cosa ti spinse?

Iniziai la danza come una necessità. Di nascosto, all’età di 10 anni, presi i soldi che avevo nel mio salvadanaio e andai a iscrivermi in una scuola di danza. La prima scuola dove andai, tenuta dalle suore, mi rifiutò dicendomi che ero un maschietto e che i maschietti dovevano giocare a calcio. Un anno dopo aprirono un’altra scuola di danza, riprovai, sempre da solo, e mi accolsero a braccia aperte.

L’unica referenza che avevo all’epoca era la televisione. Da piccolo guardavo molto la televisione e i bei balletti televisivi che la RAI ci offriva. Raffaella Carrà e Heather Parisi furono le mie prime Muse. Poi con gli anni arrivò in estate una bellissima trasmissione sempre sulla RAI, Maratona d’estate, condotta da Vittoria Ottolenghi. Quest’ultima mi diede un’apertura mentale sul mondo della Danza.

 

  1. Sei arrivato a Cannes al Centre de Danse International Rossella Hightower nel 1989. Cosa ricordi di quel periodo?

Sono arrivato a Cannes quasi per sbaglio. Dopo la maturità chiesi come regalo ai miei genitori di partecipare ad uno stage estivo che la mia scuola di danza organizzò a Cannes. Per me questo stage fu una salvezza e una rivelazione. Soprattutto perché mi resi conto che esistevano altri maschi che ballavano. Fino all’età di 18 anni, ero l’unico maschio a fare danza nella mia scuola in Sicilia. Il ricordo più bello fu quando, di nascosto, passai l’audizione per entrare in quella scuola e ottenni la borsa di studio per rimanere. Da quel lontano 1989, mentre tutti i miei colleghi siciliani rientrarono in Sicilia dopo lo stage, io non sono mai più ritornato.

 

  1. Prima di approdare a Cannes, dopo esserti diplomato al Liceo Classico, ti saresti voluto iscrivere a Psicologia. Quanto è stato difficile conciliare gli impegni scolastici parallelamente alla danza?

Dopo aver iniziato gli studi di danza a Cannes, per un periodo continuai gli studi di Psicologia, facoltà alla quale mi ero iscritto dopo la maturità. Ma praticando 8 ore di danza al giorno capii che le due cose non erano conciliabili, così dopo un po’ abbandonai l’università. Ma feci una promessa a me stesso: quella di diventare un danzatore professionista di alto livello e di poter vivere di questo mestiere. Ero un ragazzo sicuro di sé, nonostante il contesto sociale dell’epoca, e molto ambizioso…

 

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