Incontro il baritono toscano in un pomeriggio tiepido; mi viene incontro un ragazzone imponente ma che trasmette giovialità e simpatia al primo sguardo. Una persona semplice e alla mano con la quale inizio una torrenziale conversazione, che cercherò di riassumervi nelle prossime righe.
Devid, come ti sei avvicinato all’Opera?
Io ho sempre cantato, fin da bambino, mi è sempre piaciuto. Suonavo la tromba nella banda musicale di Campi Bisenzio, sono andato a scuola di musica per imparare a leggere lo spartito, ma ho sempre voluto cantare. Andavo a scuola di canto da una maestra di musica leggera, la quale un giorno provò a farmi cantare un’aria. Mi innamorai subito della lirica e decisi di andare a Prato per prendere lezioni dal Maestro Bettarini. Quando mi presentai davanti alla sua porta ero molto giovane, in pantaloni mimetica, canottiera e orecchino; sua moglie mi aprì e mi disse “Eh ma… qui si canta lirica!” Me lo ricordo ancora adesso…(e ride, ride sempre Devid, e di cuore).
Come ti prepari per affrontare un nuovo ruolo?
Eh, diventa amore con lo spartito, perché io ci dormo accanto. Ci lavoro praticamente sempre, in ogni momento libero. Studio il contesto storico in cui si svolge l’opera, per potermi muovere correttamente sul palco. Poi chiaramente su questo intervengono le diverse regie di ogni singola produzione, ma bisogna partire su una propria base e preparazione ben solide. Ascolto anche un po’ le registrazioni del passato, per prendere spunto su una legatura, su una presa di fiato, ma poi bisogna anche riuscire ad utilizzarle (e ride…)
Qual è la parte che preferisci del tuo lavoro e quale non sopporti?
Io amo il mio lavoro, a volte si sta mesi fuori casa e per poterci riuscire penso al teatro, allo stare sul palcoscenico, quello è lo stimolo principale. Poi a volte si incontrano colleghi con i quali si lavora da anni e si diventa come una famiglia. Una cosa che non sopporto davvero è il mal di gola, (gran risata…) quello mi uccide! La fobia della voce, come penso un po’ tutti i cantanti, quella di alzarsi il mattino e scoprire che è calata.
Perché un giovane dovrebbe amare l’opera e venire a teatro?
Perché l’opera è una forma d’arte che regala emozioni. E la nostra vita gira tutta intorno alle emozioni, il Bene, il Male, ci innamoriamo, ci commuoviamo; le emozioni sono le stesse anche se l’opera è stata scritta duecento anni fa. Bisogna provare almeno una volta nella vita, è un capolavoro che merita, e se dovesse piacere il giovane rimarrebbe legato all’opera per sempre.
Raccontaci qualcosa della tua esperienza a Seoul e di quella in corso a Cagliari.
Ero già stato a Seoul altre volte, ma questa volta in particolare mi sono molto divertito, ho trovato dei colleghi straordinari con i quali ho passato un mese gioioso. È stata una bella produzione, il Rigoletto è stato trasportato all’epoca moderna senza tradirne però il significato o lo spartito; è stato un bel successo e ne ho un ottimo ricordo. A Cagliari andrà in scena in anteprima europea “La Ciociara” di Marco Tutino. Per me era la prima volta che affrontavo un’opera moderna. Ma la cosa che mi ha fatto impazzire, davvero stupenda, e che non penso mi succederà molte altre volte nella vita, è che ho potuto cantare l’opera davanti al compositore stesso, un po’ come succedeva ai tempi di Verdi. Con lui ho potuto confrontarmi, fargli domande, si poteva addirittura riscrivere l’opera (e ride…). E’ stata davvero una grande emozione.
Prossimi impegni?
Il mese prossimo a Liège per Rigoletto, che adoro, ormai fa parte della mia vita. A Febbraio a Modena, Piacenza e Reggio Emilia nel Trittico. Poi a Marzo un bel debutto nella Lucia di Lammermoor al Verdi di Trieste. Questo è un teatro che amo in modo particolare e nel quale ho cantato Rigoletto per la prima volta nel 2006. Lo amo anche per il clima che lo circonda, per le persone che lo frequentano, l’atmosfera è particolare, quasi di altri tempi.
La conversazione è andata avanti ancora, tra una risata e l’altra e fino a pomeriggio inoltrato. Ringrazio molto Devid per la sua disponibilità e per la carica di entusiasmo che trasmette. Toi toi toi !!!
Samuela Solinas