1. Tu sei un’allieva dell’Accademia Teatro Alla Scala, raccontaci la tua esperienza all’interno dell’Accademia.

 

Essere allievi dell’Accademia del Teatro alla Scala, istituzione tra le più autorevoli nella formazione di figure professionali che operano nello spettacolo dal vivo, è un immenso privilegio ma soprattutto una grandissima responsabilità.

Dopo aver terminato gli studi al Conservatorio ero intenzionata a tentare un’audizione per accedervi, ma tra un impegno e l’altro sono riuscita a compiere questo passo soltanto l’anno scorso. Tuttavia avere un piccolo bagaglio di esperienza in palcoscenico e una consapevolezza già abbastanza consolidata del mio organo vocale trovo sia stata di gran giovamento per affrontare il percorso di perfezionamento che prelude la preparazione al debutto sul palcoscenico del Teatro alla Scala, tempio dell’Opera Lirica nel mondo. Tutto ciò è possibile grazie alla collaborazione con Maestri di altissima caratura umana e artistica, primo fra tutti la sig.ra Luciana D’Intino, donna dal temperamento stimolante che trasmette la sua esperienza con abnegazione  ed estrema generosità, lavoro coadiuvato e consolidato dai pianisti spartitisti quali il M° Vincenzo Scalera, il M° Michele D’Elia e molti altri e con la supervisione di un fantastico team di tutors che ci affianca con affettuosa dedizione ed impeccabile professionalità. Mi sento sinceramente fortunata di farne parte.

 

 

  1. Com’è nata la tua passione per l’Opera?

 

Da piccola ero molto timida, avevo una vocina che sembrava sparire in se stessa per la vergogna di parlare, tuttavia la musica mi ha sempre circondata e, come spesso accade, era un rifugio uditivo. A casa non si ascoltava l’Opera, almeno io non ricordo di averne sentito parlare fino ai 16-17 anni quando prendendo lezioni di canto la voce iniziò a palesarsi in quanto naturalmente predisposta per questo genere musicale. Incuriosita dalla potente vibrazione che riuscivo a produrre senza alcuna emulazione, mi cimentai nell’ascolto e fu subito amore. L’opera è così, non ammette vie di mezzo: o la ami o… non so come si faccia a non amarla! Ne ebbi la conferma durante il primo anno di studi quando mi recai al Teatro San Carlo di Napoli per assistere alla “Tosca” di Giacomo Puccini: fu un’emozione travolgente e decisi che un giorno avrei voluto anche io essere parte attiva di quel piccolo-grande universo in cui il tempo del mondo sembra fermarsi.

 

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