Siamo felici ed entusiasti di intervistare oggi, per gli amici lettori di OperaLife, il soprano Chiara Isotton. Diplomata presso il Conservatorio B. Marcello di Venezia, si è successivamente perfezionata sotto la guida di William Matteuzzi, Roberto Scandiuzzi, Regina Resnik, Raina Kabaivanska, Renato Bruson e Paolo De Napoli. Ha vinto importanti concorsi nazionali e internazionali, in particolare il concorso di Spoleto (Teatro lirico Sperimentale) del 2013, dove ha debuttato nel ruolo di Tosca. Nello stesso anno è stata ammessa all’Accademia del Teatro alla Scala. Alla Scala ha interpretato ruoli all’interno della Lucia di Lammermoor, Rigoletto, I due Foscari, La Traviata, La cena delle beffe e Haensel und Gretel, solo per citarne alcuni. Ha cantato in altri prestigiosi teatri internazionali tra cui ricordiamo il Nagoya Opera Festival in Giappone. Andiamo a conoscerla!
Benvenuta Chiara! Qual è stato il momento in cui hai detto “Voglio fare la cantante di lavoro”?
Grazie per l’invito!
Mi sono innamorata dell’opera da bambina, vedendo alla televisione una “Tosca” con Domingo, Malfitano e Raimondi, e specialmente dopo aver assistito ad una rappresentazione di “Les Contes D’Hoffmann”. L’idea di poterlo fare di lavoro ha preso piede gradualmente, durante gli anni di Università/Conservatorio.
Hai avuto modo di collaborare con diversi artisti provenienti da diverse parti del mondo. C’è differenza, secondo te, tra l’approccio che hanno a questo mondo i cantanti lirici italiani rispetto ai cantanti di altra provenienza geografica?
Credo che ognuno di noi sia mosso da un comune amore nei confronti della Musica. Gli approcci di studio sono differenti anche fra gli italiani. La cosa fondamentale che fa la differenza per tutti, è la sete e curiosità di approfondire il più possibile quello che si va ad interpretare. La bellezza di questo lavoro è che non ha confini di nessun genere e tipo.