Siamo felici ed entusiasti di intervistare oggi, per gli amici lettori di OperaLife, il baritono spagnolo Carlos Álvarez. Ha cantato nei maggiori teatri del mondo, dal Covent Garden di Londra al Metropolitan di New York. Ha ottenuto i migliori successi alla Staatsoper di Vienna e si è esibito anche sul palcoscenico del teatro di Zurigo, Ginevra, Teatro alla Scala e al Teatro Real di Madrid.
1) Cosa ti ha spinto ad avvicinarti alla musica e a studiare canto lirico?
Quando sono stato scelto per far parte del coro della scuola, è iniziato un rapporto con la musica vocale polifonica che è culminato con il mio periodo nel coro dell’opera di Malaga. Poco prima, e mentre contemporaneamente studiavo Medicina al università, ero già nel conservatorio della mia città per migliorare le mie capacità canore, visto che le avevo, ma senza mai avere l’obiettivo di diventare un cantante professionista.
2) Hai cantato anche come voce bianca quando eri ragazzo. Secondo te è importante avvicinare fin da subito i bambini allo studio della musica?
Indubbiamente, poiché quello che in linea di principio è un magnifico hobby diventa un modo strutturato di formazione fino a diventare un’opportunità di lavoro. In un sistema piramidale come questo, più ampia è la base, più è probabile che si possano trovare elementi ben preparati al culmine professionale.
3) Hai debuttato per la prima volta a Malaga come Marchese d’Obigny ne “La Traviata”. Puoi dirci quali sono state le tue sensazioni? Che emozioni hai provato?
Il mio è stato un passaggio naturale da responsabilità collettiva a responsabilità individuale sul palco, dove mi sono sempre trovato a mio agio e mai strano. Ho avuto precedenti esperienze come solista durante il mio periodo nei cori polifonici della mia città ed era come giocare (le lingue francese e inglese descrivono molto bene la recitazione) ma ora sotto il riflettore e l’attenzione di tutti sulle mie aspettative.