Il baritono russo Boris Pinkhasovich fa il suo debutto alla Royal Opera nella stagione 2018/19 nel ruolo di Andrey Schchelkalov (Boris Godunov). Pinkhasovich ha studiato canto corale e direzione d’orchestra al Conservatorio statale Rimsky-Korsakov di San Pietroburgo, proseguendo poi lì gli studi di canto solista. È entrato a far parte del Teatro Mikhailovsky come solista nel 2011. Attualmente è chiamato nelle stagioni dei principali teatri europei tra cui la Wiener Staatsoper, l’Opera National de Paris, il Covent Garden di Londra e l’Opera di Montecarlo, ed è stato diretto da grandi bacchette internazionali.

 

  • Benvenuto tra noi! La nostra prima grande curiosità riguarda come tutto è iniziato: qual è stata la scintilla che ha acceso il tuo interesse per la musica e successivamente la passione per il canto?

Se parliamo della scintilla, secondo me, è il miracolo della nascita, il suo destino era già determinato in anticipo! Comunque, credo che tutto vada come deve andare! La passione per la musica è nata con me, credo, ma quella per il canto è diventata uno degli obbiettivi della mia vita già nel processo di padronanza di questa difficile professione. Visto che il canto è alla base di tutte le discipline e orientamenti musicali, allora credo che il mio orientamento sia stato definito già in tenera età!

 

  • Dicono che il primo debutto non si scorda mai: ce lo puoi raccontare? Quali le sensazioni, le emozioni e le paure?

Il primo, vero, debutto operistico è stato nel ruolo di Marcello ne “La Bohème” di Puccini. Il processo di produzione, diretto da Arnaud Bernard, è durato un mese. Sono passati esattamente dieci anni da quella serata di apertura, ma sento ancora la scintilla della prima, indimenticabile emozione data dal contatto con il palco!

 

  • “Torniamo all’antico e sarà un progresso!” Diceva Verdi… Credi che sia applicabile al mondo dell’opera? Cosa bisognerebbe prendere dal passato che ci potrebbe consentire un salto di qualità?

Questa idea di Verdi contiene un concetto piuttosto ampio! Dal punto di vista della vita reale, penso che non dovresti tornare al passato… Nell’opera, dato che sono un fan delle produzioni classiche, secondo me, sarebbe interessante provare a creare qualcosa di classicamente rigoroso in termini di scenografia, per esempio, ma che tratti della realtà odierna…

 

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