Siamo felici ed entusiasti di intervistare oggi, per gli amici lettori di OperaLife, il regista Alessandro Pasini. Classe 1993 si è diplomato in Arti Drammatiche e Performative alla Libera Accademia di Belle Arti di Brescia. Nel 2022 ha conseguito il Master in Regia d’Opera presso Verona Accademia per l’Opera ed è risultato vincitore della borsa di studio intitolata alla memoria del regista d’opera e teatrale Marco Castagnoli e della seconda edizione del Concorso internazionale “Giancarlo Aliverta” indetto da Voce all’Opera.
Benvenuto! Come ti sei avvicinato al mondo della regia?
Il mondo del teatro mi ha sempre affascinato sin da piccolo, in particolare quello del teatro d’Opera che coniugava la passione per il teatro con quella della musica. Se la musica inizialmente ha catalizzato il mio impegno, con gli studi prima di canto e poi di strumento, durante il liceo mi sono buttato sui primi laboratori di teatro, che sono poi sfociati anni dopo nella formazione di una piccola compagnia sperimentale a Brescia, con un gruppo di giovani sognatori che, passo dopo passo, ha iniziato a produrre i primi spettacoli. Da lì ho capito quale fosse la forma d’arte attraverso cui riuscivo ad esprimermi maggiormente e, di conseguenza, ho iniziato il percorso di studi accademico per trasformare quella che era la mia più grande passione nel mio lavoro.
L’abbiamo accennato nella tua introduzione, ma in generale qual è il percorso di studi che può permettere secondo te di fare questo lavoro?
Credo che per un lavoro così particolare, soprattutto per quanto concerne un ambito così complesso come il teatro d’Opera, non ci sia un percorso prediletto. Servono sicuramente una commistione di formazioni e più si sa meglio lo si fa. La conoscenza del teatro è fondamentale, io ho avuto la fortuna di fare un percorso di studi che mi ha fatto assaporare, comprendere e sperimentare ogni sfaccettatura del mondo teatrale, dalla progettazione, al lavoro dietro le quinte, fino allo stare in scena. Non ho mai smesso di voler approfondire e sono sempre alla ricerca di laboratori e corsi specifici di ogni tipo, da quelli incentrati prettamente sulla regia, a workshop sul corpo, sul movimento, sulla performance, sulla voce. Una componente fondamentale per la regia lirica in particolare è la formazione musicale, senza la quale si rischia di perdere gran parte della drammaturgia musicale che si cela nella partitura. Non si tratta solo di saper leggere la musica, ma di saper comprendere un linguaggio che già da sé associa alla parola, o ai silenzi apparenti, un’intenzione, un’azione o un sottotesto specifico. Sta al regista poi decidere se assecondarlo o negarlo, ma in primis deve saperlo comprendere appieno.