Il teatro nel teatro: in scena v’è un’ulteriore rappresentazione, é conosciuto come metateatro. Uno spettacolo definito da molti “una genialata”.

Un esempio nel mondo dell’Opera? Pagliacci di Ruggero Leoncavallo: I protagonisti sono una compagnia teatrale e l’omicidio di Nedda e di Silvio viene compiuto durante la rappresentazione di una loro commedia. Addirittura la notte in cui ho scritto queste mie righe, alla sera, ero stato in scena al Nabucco (regia del M. Bernard) dove il ” Va’ pensiero” viene cantato letteralmente al teatro Alla Scala alla 1a del Nabucco il 9 marzo 1842. Si: la maggior parte dell’opera è ambientata davanti e dentro il teatro di Milano riproposto come scenografia. Il M. Bernard ha dichiarato lui stesso di aver dovuto stravolgere molto fatti storici: portare in scena un metateatro è veramente difficile; è quasi obbligatorio scendere a compromessi.

Ma parlando di emozioni, perché questo tipo di allestimento, o opera, è molto sentito? Perché è definito “una genialata”? Il pubblico vede se stesso in scena, vede sul palco ciò che sta vivendo. Indi è molto più coinvolto. Ed il comportamento degli spettatori sul palco, influenza molto l’atteggiamento del pubblico in sala. Infatti abbiamo notato che se l’applauso è forte sul palco il pubblico lo riceve come “è vero, sono stati grandiosi”; quindi applaudono ancora di più. In fondo, in scena, vengono richieste tanta naturalezza e tanta capacità di emozionarsi. Il problema? Non è semplice passare dall’interpretare un personaggio all’essere te stesso, durante lo stesso spettacolo.

Suvvia, chi non si emozionerebbe a cantare il “Va pensiero”? Ha pure “rischiato” di essere il nostro inno nazionale. Personalmente lo reputo “tesoro e orgoglio nazionale”.
Comunque, tornando a noi, per questo l’idea del teatro nel teatro è geniale: è uno specchio per il pubblico. Indiscutibilmente la regola è sempre valida: se ci emozioniamo noi sul palco, si emoziona il pubblico in sala. Con il metateatro l’emozione si trasmette meglio. Non è assolutamente più facile portarlo in scena, rispetto, ad una “normale” regia, anzi! ma rende di più.

Massimiliano Mazza