Teatro, termine di origine latina (theatrum) deriva da un termine greco θεατρον, che deriva a sua volta dal verbo θεαομαι che significa “essere spettatore“, “contemplare” e infine “riconoscere”.
Cos’è per noi oggi il teatro?

Per me, che sono una musicista, è un luogo di cui sono innamorata, in cui incontrare e scoprire tante arti e ogni volta, attraverso queste, una piccola parte di me. È un luogo dall’odore familiare, riconoscibile, in cui sentirsi a casa. Come mi disse una volta una persona, e non sono mai stata così d’accordo, il teatro è il posto in cui ci possiamo fare tutti insieme delle gran belle domande di quelle proprio che… il senso della vita, ma in modo più divertente che andando a messa e più economico che andando in India.

Per questo mi sento e sono una persona privilegiata. Eppure in Italia non tutte le città ne hanno uno in attività, eppure non c’è in ogni città una stagione lirico-sinfonica o di prosa. Eppure anche quando ci sono, salvo dei casi di “fortuna” non sono mai così affollati.

Se state pensando che questo sarà un articolo del “Sarebbe bello” vi state sbagliando; questo è un articolo dell’ “È Necessario che”.

Oggi, in un momento in cui ci si disinnamora di tutto, credo che il teatro in tutte le sue forme sia una necessità.

Non è una necessità solo per chi nella propria vita vuole vivere di Teatro, di Musica o di Danza. A questo mondo non si deve essere tutti musicisti, attori, cantanti o ballerini. È una necessità perché in un luogo come il teatro si impara ad ascoltare. Imparare a parlare non è facile ma imparare ad ascoltare, in modo partecipato e presente, è davvero difficile.

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