Il Teatro dell’Opera di Roma nasce in ritardo rispetto agli altri Teatri italiani, per esempio il San Carlo di Napoli del 1737 o La Scala di Milano inaugurata nel 1778. Ma Roma non è del tutto sprovvista di Teatri, prima di diventare Capitale d’Italia può vantarsi dell’Argentina, del Valle e dell’Apollo (che oggi non esiste più). A cosa si deve, quindi, la sua costruzione e per merito di chi? Perché non si può parlare del Teatro dell’Opera senza nominare il suo creatore e le circostanze che hanno portato alla sua realizzazione.
Non appena Roma diventa Capitale d’Italia inizia la sua piena espansione urbanistica, soprattutto di nuove zone come il Viminale, l’Esquilino e Castro Pretorio. Negozianti, costruttori e capitalisti approfittano di questo improvviso sviluppo della città per costruire e aprire attività. Manca solo un Teatro che includa le zone di Via Nazionale, Termini, Piazza Vittorio, Via Merulana e dintorni. A questo punto si fa avanti Domenico Costanzi, costruttore edile, che, grazie al padre costruttore, può viaggiare per lavoro e approfittarne per ampliare le proprie conoscenze del settore alberghiero e teatrale sia italiano sia straniero. Ha un buon intuito e capisce che Roma può sfruttare il turismo: decide di dedicarsi ad entrambi i settori. Costruisce l’Albergo Costanzi e la Locanda del Quirinale in zone limitrofe a Termini, comprendendo l’afflusso dei turisti da quella stazione. Ormai, grazie ai suoi alberghi, si trova in buone condizioni economiche e nel 1875 può abbandonare il settore alberghiero. A questo punto torna alla sua idea originaria: costruire un teatro, vicino all’Albergo del Quirinale, in modo da accaparrarsi i suoi clienti senza escludere tutti gli abitanti della zona. Bisogna considerare che a quel tempo il Teatro Apollo è il più famoso ma anche il più “pericoloso”: situato vicino al Tevere spesso viene inondato in quanto molto vicino alla riva del fiume.
Nel 1876, nel mese di maggio, Costanzi acquista circa 4.220 mq di terreno intorno a Via Nazionale e Via del Viminale. Spera di ricevere un aiuto dal Comune per le ingenti spese di edificazione ma purtroppo il Comune rimborsa molto poco. Cerca dei sostenitori ma non li trova. Non si dà per vinto, si fa carico di tutte le spese e chiede all’Architetto Achille Sfondrini di preparare il progetto del Teatro. Il Teatro è progettato con una struttura a ferro di cavallo ed è una cassa armonica. La struttura interna ha tre ingressi centrali in platea, tre file di palchi e una doppia galleria, mentre ancora oggi si può ammirare la maestosa cupola affrescata da Annibale Brugnoli.

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Ph. L. Romano