I teatri sono luoghi affascinanti, maestosi e pieni di colori scintillanti che rievocano i fasti di un tempo passato. Nonostante l’antichità che li caratterizza, in alcuni casi dovuta ad una storia secolare, non passano mai di moda e sono belli oggi esattamente come allora. Poche volte ci si sofferma a guardare questo gigante che, con i suoi colori caldi che sfumano tra il rosso e l’oro, sembra quasi avvolgerci ed immergerci in un altro mondo. Quando si entra in un teatro è come se si affrontasse un viaggio nel tempo. Quel palcoscenico è stato calcato milioni di volte e quelle sedie hanno ospitato milioni di cuori traboccanti di emozioni. A pensarci bene, il teatro potrebbe essere definito non solo lo specchio della vita, ma anche un luogo di scambio, un luogo in cui il contatto umano tra spettatori ed attori è quasi assoluto. Quando canti un’opera metti a nudo la tua anima, il tuo cuore e le tue emozioni e questo viene percepito dallo spettatore, che si lascia travolgere dalle emozioni, sia proprie sia dell’artista che in quel momento sta cantando. Per cui sì, il teatro è decisamente un luogo magico ed oggi parleremo della storia di uno dei teatri più importanti d’Italia, il Teatro dell’Opera di Roma.
Il Teatro dell’Opera, finanziato dall’imprenditore Domenico Costanzi e realizzato dall’architetto Achille Sfondrini, fu costruito tra il 1874 ed il 1876 nei pressi di una delle vie principali della Città Eterna, Via Nazionale. Questo “piccolo gioiello” della Capitale contava già all’epoca una capienza di 1100 posti, la quale fu portata ai 1700 odierni, e fu inaugurato nel 1880 con la rappresentazione della Semiramide di Rossini alla presenza dei Reali d’Italia. Non tutti sanno che questa grandiosa costruzione cambiò nome più volte: inizialmente chiamato Teatro dell’Opera, nel corso del XX secolo fu chiamato Teatro Reale dell’Opera, ma dopo la metà del secolo si preferì, invece, un ritorno alle origini. Un’altra particolarità di questo gigante è sicuramente la sua location estiva. Dal 1923, infatti, l’allora Governatore di Roma decise che, nei mesi estivi, le rappresentazioni del teatro si sarebbero tenute all’aperto. Il luogo migliore fu identificato con il complesso archeologico delle Terme di Caracalla che, ancora oggi, riempiono di musica le afose notti romane.
Orgoglio della Capitale, questo Teatro ha regalato emozioni impagabili alle nostre generazioni per più di un secolo. Il suo palcoscenico, e lo stesso vale per le terme, è stato ospite di alcuni fra gli artisti, i direttori d’orchestra ed i ballerini migliori di tutti i tempi. E, giusto per citarne alcuni, possiamo nominare: Enrico Caruso, Renata Tebaldi, Maria Callas, Franco Corelli, Tito Gobbi, José Carreras e Luciano Pavarotti. Senza contare le splendide iniziative che promuove, vanta collaborazioni straordinarie, tra cui quella con Valentino che quest’anno ha firmato i vestiti per la Traviata romana. Per cui, come avevo detto all’inizio, è quasi evidente come il teatro sia realmente un posto magico. L’architettura che incontra la moda, la moda che incontra l’arte, l’arte che incontra la musica, la musica che incontra l’anima, l’anima che ne incontra altre. Come si può non rimanere affascinati e quasi abbagliati da tutto questo? Come si può non amare un luogo così intenso che vive solo per regalarci emozioni? Il teatro è vita, la vita di chi interpreta e la vita di chi assiste.
Perciò, signori, concludo con un sonoro “W IL TEATRO” e con un caloroso invito ad andarci più spesso, considerando che abbiamo a portata di mano gioielli come il Teatro dell’Opera di Roma!
Martina Corona